Recep Tayyip Erdogan, Emmanuel Macron

Lo scudetto del 1973/74, il primo nella storia della Lazio, ebbe tanti protagonisti, ma il capitano è sempre il capitano e Pino Wilson lo era senza ombra di dubbio, così come lo è stato sino al 6 marzo, quando all’età di settantasei anni si è riunito a Tommaso Maestrelli, a Giorgione Chinaglia, a Luciano Re Cecconi, il primo ad andarsene, ed a tutti coloro che quello storico tricolore se lo appuntarono meritatamente sul petto.
Wilson era il libero di quella banda di pazzi, il libero elegante, capace di impostare l’azione, grazie ad una tecnica di primo piano, così come di spazzare l’area senza tanti complimenti.

Quella Lazio è stata grande, ma poco fortunata e tanti tristi avvenimenti ne hanno decretato un rapido declino, primo tra tutti la morte del “padre” di quella squadra, Tommaso Maestrelli, stroncato da un tumore troppo presto, vicenda che ebbe certamente grande impatto in quello spogliatoio dove c’era gente che arrivava all’allenamento con la pistola in tasca.

Anche la morte prematura e tragica di Re Cecconi dette una scossa in un ambiente dove certo non era l’amicizia e l’unione del gruppo (fuori dal campo) a farla da padrone.
Wilson nel bene e nel male era il tratto di unione, colui che in campo guidava la squadra e certamente è stato uno dei grandi pilastri dell’intera storia laziale, come dimostrano non solo gli undici anni passati con il biancazzurro addosso.
Non così fortuna fu la sua storia con la maglia della Nazionale, ma si sa che in questo caso sono tanti i fattori di cui tenere conto, oltre ad una concorrenza che a quei tempi era davvero numerosa ed importante.

Certo al mancato stretto rapporto con la maglia azzurra contribuirono le idee politiche di Wilson, uno per nulla allineato ad una visione che staccava completamente pallone e politica.

Questo però nulla toglie al calciatore che Wilson è stato, oltre lo scudetto, oltre una carriera invidiabile ed invidiata che oggi continuerà certamente lassù, dove le nuvole ci nascondono partite di calcio infinite e dove in tanti hanno accolto il loro capitano, ridandogli quella maglia numero sei, sua di diritto.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Marco Iorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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