“Pungi come un’ape, vola come una farfalla” è solo una delle tante frasi celebri del grande Muhammad Ali, morto alle 21:10 di venerdì, a Phoenix. Lo storico e carismatico pugile aveva 74 anni ed era affetto dal morbo di Parkinson.

Su Instagram, una delle figlie di Ali, Hana, ha postato la seguente frase: “Il suo cuore ha continuato a battere per 30 minuti, mentre tutti gli organi avevano smesso di funzionare. Una cosa mai vista. A testimoniare la forza del suo spirito e della sua volontà”.

Già, perché Muhammad Ali rimarrà per sempre nei cuori di tutti come lo sportivo “più grande” e una delle personalità più rilevanti e influenti del ventesimo secolo. Nato come Cassius Marcellus Clay Jr., cambiò il suo nome in Muhammed Ali nel 1964, dopo essersi convertito all’Islam. Divenne un simbolo per il movimento di liberazione dei neri negli Stati Uniti durante gli anni ‘60, soprattutto quando si oppose all’arruolamento nell’esercito per motivi religiosi. È stato sposato quattro volte e ha nove figli.

Sarà proprio l’ultima delle quattro mogli, Lonnie, ad agire da esecutore testamentario dopo la morte del campione che lascia una fortuna da 50 milioni di dollari, almeno secondo i più recenti calcoli di Forbes. L’eredità verrà probabilmente ripartita tra i figli e la moglie Lonnie appunto, ma non è escluso che una parte non riguardi anche le ex consorti e il fratello Rahaman Ali.

Mike Tyson, ex re dei pesi massimi, ha salutato Ali con queste parole: “Dio è venuto a prendersi il suo campione. Lunga vita al più grande”. Sempre.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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