“Arbitrare? Indubbiamente è stata una scelta di vita. Mi ha portato a valutare una professione lavorativa congeniale all’arbitraggio, quella di insegnante di educazione fisica”.
Così in una intervista del 2017, si raccontava Luigi Agnolin. una fra le più prestigiose “giacchette nere” del calcio italiano, scomparso oggi – 29 settembre – all’età di 75 anni. Con un po’ di commozione ricordava il suo esordio.

“Risale al 1961 in una partita delle giovanili. Bassano contro Marchesane: un derby. Non era un Inter-Milan, ma in quel caso avvertì comunque una certa apprensione. Terminai la gara con la consapevolezza di aver intrapreso un percorso nuovo, tutto da scoprire”.

Luigi Agnolin raccontava di aver diretto fuoriclasse del calibro di Maradona, Rumenigge e Platini, ma un posto particolare nel suo cuore se lo era ritagliato proprio il ‘derby’ Bassano-Marchesane. Amava arbitare in particolare – come da lui confessato – Gigi Riva e sullo scandalo di calciopoli aveva un giudizio molto netto: “Era figlio dell’arroganza dei poteri forti che trovavano terreno fertile nell’ ignoranza e nell’ arrivismo”. Importante nel corso della sua carriera, il periodo in cui ricoprì il ruolo di direttore generale alla Roma: “Ricordi bellissimi, fu un’esperienza formativa.

Sanificai l’ambiente, tolsi i privilegi ai tifosi che il mio predecessore aveva abituato ad avere. Si concluse quando ebbi un diverbio con il Presidente Franco Sensi, quando ci fu l’episodio del fallo laterale di Aldair a Torino. Lui ci vedeva un complotto del Palazzo io invece davo ragione all’arbitro e dicevo che l’errore fu del brasiliano che andò a battere la rimessa in gioco indossando i guanti“.

‘Arbitro di altri tempi’ – come amava definirsi – apprezzava la tecnologia in campo, ma non bisognava dimenticare una cosa: “che gli arbitri dirigono la partita, tenendo conto di tutto ciò che accade in campo, anche dello stato emotivo del momento: sensazioni che le telecamere non riescono a cogliere”.

La notizia della scomparsa di Agnolin è stata data dall’Aia, l’Associazione italiana arbitri. Arbitro dal 1961, in carriera ha diretto 226 gare in Serie A in cui esordì il 18 marzo 1973 in Fiorentina-Cagliari (3-0). Nominato arbitro internazionale nel 1978, rappresentò l’Italia al campionato mondiale di calcio 1986 ed a quello di Italia ’90. Nel 1980 era stato insignito del prestigioso Premio Nazionale ‘Giovanni Mauro’.

Tra il 1990 e il 1992 ha ricoperto il ruolo di Commissario della Can C, prima di lasciare l’Associazione. Nel 2006 fu nominato Commissario straordinario dell’Associazione italiana arbitri. Il presidente dell’Aia Marcello Nicchi ed il vice Narciso Pisacreta, insieme ai componenti del comitato nazionale, al responsabile del settore tecnico arbitrale Alfredo Trentalange ed ai responsabili degli organi tecnici nazionali, “anche a nome dei 35.000 arbitri italiani, esprimono alla sua famiglia profondo cordoglio e vicinanza”.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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