Le autorità sanitarie di Shanghai hanno annunciato le prime tre vittime per le conseguenze del Covid da quando nella metropoli cinese si è diffusa la nuova fiammata di casi dovuti alla variante Omicron, che sta interessando la città da oltre un mese. È quanto riporta l’agenzia Bloomberg. Gli ultimi decessi da Covid in Cina si erano registrati l’ultima volta il 19 marzo (due morti).

Le vittime sono tre persone anziane e con problemi di salute (malattie coronariche, diabete e alta pressione sanguigna). In particolare, si tratta di due donne di 89 e 91 anni e di un uomo di 91 anni. Dall’inizio della pandemia, in tutta la Cina, sono morte 4.641 persone, un numero esiguo rispetto al miliardo e 400 milioni di abitanti del Dragone, e ai 6,2 milioni di decessi ufficialmente registrati dalla pandemia a livello mondiale.

Proprio per contrastare l’aumento di contagi, il più significativo dall’inizio della pandemia, nella capitale economica cinese à in corso un rigido lockdown che interessa da due settimane circa l’intera area metropolitana di 26 milioni di abitanti e che sta provocando difficoltà negli approvvigionamenti e proteste da parte della popolazione.

Ieri sono stati rilevati più di 20.000 casi locali, tra 2.417 contagi confermati (parte dei 2.723 appurati su scala nazionale) e 19.831 portatori asintomatici. Il Dragone ha deciso di adottare un approccio da “tolleranza zero” al Covid, fatto di test di massa, restrizioni ai viaggi e blocchi mirati, anche su vasta scala. La variante Omicron, temuta per la sua diffusione più rapida, ha però messo in discussione le politiche finora seguite.

A cura di Elena Giulianelli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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