A SCOPPIO RITARDATO

Dopo settimane passate a discutere e litigare, a giocare con e senza pubblico, a rinviare partite a data da destinarsi, spunta fuori Damiano Tommasi, Presidente dell’Associazione Calciatori, che chiede di fermare il campionato, specie dopo le nuove regole e restrizioni imposte dal Governo.

Ora, che i calciatori siano persone ed abbiano gli stessi diritti di tutti, è assolutamente giusto e logico, ma perché fare capolino solo adesso e non quando tutto questo pandemonio è scoppiato?

Che si giochi, a porte chiuse, nelle zone di sicurezza e non, mentre i cittadini comuni non possono uscire di casa, pare surreale, ma il calcio è stato capace, da solo, a darsi delle regole, o per farli smettere di litigare ci si è dovuto mettere il Governo e stabilire cosa fare e cosa no?

Ieri sera ho ascoltato un intervento di Marco Tardelli sull’argomento e l’ex Campione del Mondo ’82, non ha torto nel sottolineare come anche i calciatori vadano tutelati, debba essere salvaguardata la loro salute; perché pur se molti di loro sono milionari privilegiati, è anche vero che di fronte a certi avvenimenti ci sia poco da scherzare.

Proprio Tardelli è stato, pochi giorni fa, uno dei primi a sottolineare come il calcio stesse discutendo animatamente senza però che mai fossero interpellati i protagonisti dello spettacolo, ovvero i calciatori, ma anche allenatori e componenti gli staff tecnici in generale, quasi che il problema si restringesse al giocare o meno con o senza il pubblico, lasciando in un angolo la parte “fondamentale” del calcio.

In realtà c’è da dire che oggi l’Asso Calciatori più che un Sindacato paia un Club per ricchi, che in cambio di qualche spicciolo ricevono un tessera, da usare magari quando fanno benzina ed una volta raggiunti i 10.000 punti ti regala un pallone Super Tele, quello con cui tutti abbiamo giocato da bambini, quello che in un giorno di vento lo calciavi e tornava indietro da solo!

Da quanti anni l’Associazione fondata nel 1968 e presieduta per quarant’anni da Sergio Campana, avvocato e lui stesso ex calciatore professionista, non porta avanti una questione seria a nome dei calciatori? O davvero ho ragione a definirla un Club per ricchi e niente altro?

E va bene che oggi si voglia tutelare la salute, ma proprio ai tempi di Tardelli, quante “porcherie” i medesimi hanno ingurgitato o si sono lasciati iniettare, quali vitamine e aiuti per recuperare dalla fatica? Micoren e Cortex erano pane quotidiano, visto che servivano a “rompere il fiato”, a respirare meglio.

Forse ci si è dimenticati dei morti di SLA, tumori, leucemie? Quanti degli ex della Fiorentina di quegli anni sono ancora vivi, magari dopo essere stati comunque colpiti pesantemente da malattie che un’origine ce l’hanno non certo a caso? E le flebo di “acqua” cui venivano sottoposti i calciatori juventini da cui è nato il famoso processo finito con una condanna prescritta per lungaggini burocratiche? L’ex calciatore e oggi dirigente bianconero Pessotto ha dichiarato che nelle iniezioni c’era acqua, ma per cosa? Per reidratarlo dopo il sudore perso in campo?

Certamente la salute va tutelata e probabilmente sarebbe giusto fermare il calcio proprio per questo motivo, ma bisogna anche che i calciatori si “sveglino”, escano dal loro mondo dorato, magari scendano in sciopero per tutelare i propri diritti di cittadini, però allora lo facciano a trecentosessanta gradi e per la loro salute non ingurgitino qualunque cosa venga loro propinata, non si facciano equiparare ad ottantenni in cura per diverse patologie, perché il Coronavirus è senz’altro pericoloso, ma certamente molto ma molto meno di quanto lo siano certe pastigliette o certi medicinali che, non sarei così sicuro non vengano somministrati oggi come ieri.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Fotolia / fonte Getty Images

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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