Quanti in Italia festeggeranno un Natale senza un tetto sopra la testa? Secondo gli ultimi dati Istat, gli homeless sono saliti a 50,700, tremila in più rispetto al 2011. Numeri impietosi, se si considera che sempre nel 2011 le persone che rimanevano senza casa, per meno di tre mesi, erano il 28%. Oggi, invece, è calata fino al 17%, e nello stesso tempo è aumenta la percentuale di quelli che vivono per la strada da più di due anni.

Volete sapere qual è questa percentuale? Il 41%. Ebbene sì, le persone senza fissa dimora aumentano sempre di più. Quasi la metà della nostra popolazione non ha una casa. Non stiamo parlando di un paese del terzo mondo, ma dell’ Italia che si trova in Europa. Milano e Roma sono le città che accolgono il maggior numero dei senza casa (circa il 38%), mentre Palermo è la terza città d’Italia con il maggior numero di persone senza fissa dimora (5,7%). Anche se i vari comuni cercano di fare il possibile grazie alla Caritas e alla generosità di qualche parrocchia, per quanto riguarda vestiti e cibo, queste persone accettano sempre meno l’ aiuto degli altri. Un po’ per orgoglio, ma soprattutto perché si vergognano davvero tanto di suscitare pena negli occhi di chi li guarda.

Anche se non c’è nessuna vergogna a chiedere aiuto se ci si trova in difficoltà, questa categoria, in particolare, non vuole dare fastidio. Sono fatti così! Ma le persone che si devono vergognare sono ben altre, credetemi. Questi uomini e donne caduti in disgrazia, anche se ci passano accanto, non li vediamo affatto, anzi non li vogliamo vedere. Per noi sono invisibili, non hanno un passato, un presente e tantomeno un futuro. Invece, se imparassimo a considerarli, a chiedere loro come stanno, a offrigli il nostro aiuto e la nostra solidarietà, ci ripagherebbero con un sorriso e con la fiducia nei nostri confronti. I dati che ho riportato sopra ( anche con una certa freddezza, lo ammetto), sono solo dei numeri.

Ci informano che, in Italia, non tutti hanno una casa in cui andare a dormire la notte. Noi ricordiamo queste persone solo nel periodo natalizio, quando siamo a tavola con la nostra famiglia, a gustarci il cenone o il pranzo di Natale. In questi momenti il nostro pensiero va ai meno fortunati, a quelli che nella vita non hanno nulla, ma proprio nulla. Questo, però, è solo un pensiero passeggero, questioni di pochi secondi, perchè poco dopo, ritorniamo a pensare a noi stessi, ai regali e a quello che vorremmo e che non abbiamo. E’ questo, per noi, il vero significato del Natale? Veramente è così? Purtroppo sì, perchè desideriamo quello che non possiamo avere. Noi, noi, solo noi; ci importa solo di noi stessi e niente altro. Dal Natale dovremmo imparare tante cose: ad esempio ad aiutare gli altri e ad amare il nostro prossimo non come noi stessi, ma molto di più.

I regali e l’agiatezza non servono a nulla, se poi c’è gente che muore di freddo e di fame a pochi passi da noi. Impariamo a dare, a spezzare il pane con il nostro vicino, e fare sentire al sicuro quelli che al sicuro non si sentono affatto. Con poche e semplici mosse potremmo cambiare la nostra vita e quella degli altri. Quindi, non abbiate paura di aprire il vostro cuore, perché se è pieno d’ amore come dite, i bisognosi se ne accorgeranno subito.

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui