14 anni fa, era il 16 febbraio 2009, tornammo a casa nostra dalla Lombardia con una vittoria sofferta sotto una pioggia di fischi da parte dei tifosi dell’aquila bluceleste. Il gol di Giaccherini dagli undici metri fu contestato per tutta la partita perché il fallo fu ritenuto fuori dall’area piccola. Alla fine la moviola, invece, con il fermo immagine dimostrò che per pochi centimetri il rigore andava assegnato.
L’esperienza allo stadio Mario Rigamonti-Mario Ceppi, non l’ho mai dimenticata per come si è conclusa. Pare che per una scortesia di un mio fotoreporter, innervosito da urla offensive a noi romagnoli, mostrò il dito medio alla curva degli ultras locali.
Apriti cielo. Fulmini. Arrivò un diluvio di forti proteste. In tanti cercarono di scavalcare la rete zincata dietro la porta difesa da Ravaglia per bloccare il fotografo…. Iniziò una rivolta generale con il panico per i dirigenti e la stampa di Cesena. Le forze dell’ordine ci obbligarono ad entrare negli spogliatoi e rimanemmo chiusi per quasi due ore. La Digos dopo aver sfollato gli esagitati ci accompagnò fino al casello autostradale, dietro l’inseguimento di alcuni tifosi del Lecco ancora in preda all’esaltazione di voler massacrare di botte il mio compagno di viaggio. Un incubo fino a Piacenza.
Un viaggio di rientro da far West, perché arrivati a Bologna non si sa come ma ad attenderci c’erano alcuni ultras rossoblu poco rassicuranti, ma che per fortuna nostra mostrarono solo gesti non eloquenti.
Le palpitazioni finirono quando con gli abbaglianti accesi mi accorsi di essere arrivato a Forlì, nella mia Romagna dove anche le rondini oltre le tedesche tornano sempre con piacere a fare covate.
Non andrò a Lecco dopo quella terribile esperienza, ma da questa pagina esorto 800 tifosi a seguire la squadra di Toscano in modo unitario.
Ricordo a tutti che quella vittoria fu il viatico per la promozione in serie B.
Fosse mai… che al Rigamonti spunti un altro dito medio rivolto ai Lecchesi come profezia per volare da TOP CLASS nella American Airlines.
Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Valerio Casadei
