Finisce il 2020 (finalmente) e c’è chi festeggia il primo posto, così come c’è chi si ritrova ultimo …. qualcosa gira per il verso giusto, altro meno, ma è Natale anche per i “cattivi” ….

Prima dei soliti commenti lasciatemi mandare un grande in bocca al lupo a Mauro Bellugi, fortissimo difensore degli anni 70 e grande uomo, che in queste difficili settimane ha dovuto affrontare un terribile avversario che, insieme ad altre patologie pregresse, gli ha causato la perdita delle gambe; Mauro ha reagito come sempre, affrontando di petto la situazione, senza piangersi addosso e senza perdere il gusto della battuta che sempre lo ha accompagnato nel corso della vita.

Il pallone invece ha affrontato gli ultimi novanta minuti del 2020, a cominciare dalla sfida che il Crotone ha vinto contro il Parma; con i tre punti i pitagorici lasciano l’ultimo posto, in solitaria, al Torino e guardano al futuro con qualche speranza di salvezza in più, mentre i parmensi di Liverani oltre a mangiare un amaro panettone, dovranno guardare all’anno nuovo in modo diverso per arrivare a salvarsi.

In molti hanno scritto che la Juve è riuscita nell’ultima giornata a perdere sei punti tutti insieme, in primis per la decisione dell’organo di giustizia del Coni, che ha deciso si giochi Juve-Napoli, partita su cui si sono spese parole e tempo evitabilissimi; gli altri tre punti i bianconeri li hanno lasciati alla Fiorentina, inopinatamente vincitrice allo Stadium, in una partita dove a finire nel tritacarne è stato l’arbitro, ma dove Pirlo ed i suoi hanno sbagliato di tutto e di più, dimostrando che non sempre è domenica per chiunque (infatti era martedì ….), specie quando a essere mandata in campo è la supponenza invece della classe.

Supponenza che non ci ha messo l’Inter in quel di Verona; è vero che dai nerazzurri ci si aspetta sempre qualcosa di più, come dimostra la Champions, ma pur se le prestazioni “latitano” alquanto, alla fine i tre punti arrivano quasi sempre e questo in fin dei conti è quello che si chiede a …. Conte; vincere a Verona non è cosa semplice e farlo faticando è più normale di quanto sembri sulla carta e nei pronostici.

Chi invece poteva fare di più è sicuramente l’Atalanta, avanti di due reti a Bologna e raggiunta proprio quando pareva avviata verso una nuova vittoria scala-classifica; invece i ragazzi di Gasp si sono fatti raggiungere da un Bologna che non ha mai smesso di crederci, segno che non sempre le ciambelle, il panettone visto che è Natale, vengono alla perfezione.
Perfezione che invece ha dimostrato il MIlan, che prima si è fatto rimontare due reti dalla Lazio, ma che ci ha creduto sino alla fine, tanto da segnare il gol vittoria quando le lancette dell’orologio facevano ormai gli ultimi giri; i rossoneri meritano senza dubbio il primo posto, perché con o senza Ibra hanno dimostrato carattere e determinazione, oltre che di avere, dopo tante stagioni, un allenatore in panchina.

Avere un bravo allenatore non è invece bastato al Napoli, che nella giornata in cui ha recuperato il punto di penalizzazione e dovrà/potrà giocarsi la sfida con la Juve, lascia al derelitto Torino un pari che sta persino stretto ai granata, autori finalmente di una partita degna, anche se alla fine è arrivato il solito gol subito nel recupero.

L’ultimo posto granata è indegno della storia, ma anche della rosa attuale, che può avere delle lacune e magari non è quella voluta dall’allenatore, però non è certo la peggiore tra le venti in gara; se davvero non c’è giocatore che gioca contro allenatore e Società, è ora che chi indossa la maglia granata smetta di giocare anche contro se stesso.
Vince e resta solitaria al terzo posto la Roma, che supera un Cagliari mai domo; i giallorossi sono distanti dalla vetta sette punti e sarà quasi impossibile lottare per il titolo, ma la Champions è alla portata, raggiungibile a patto però di evitare gli alti e bassi che troppo spesso si sono visti non solo in stagione.

Chi continua il proprio cammino, anche se ormai non stupisce più è il Sassuolo, che sbanca la Genova blucerchiata, approfitta dei tre punti tolti alla Juve e si insedia solitario al quarto posto; difficile dire se i neroverdi proseguiranno anche nel 2021 il loro incredibile cammino, ma il gruppo, Società, staff tecnico, rosa, è compatto e l’Europa un traguardo che non è solo un miraggio.
Mezza Genova piange e l’altra metà ride, visto che il Genoa vince il derby ligure di La Spezia; il neo allenatore Ballardini porta a casa tre punti preziosi, anche se la zona è sempre quella retrocessione, ma vincere in casa della neopromossa non era così scontato ed evidentemente la scossa ha fatto bene, ora tutto sta vedere se continuerà …. mentre gli spezzini continuano a giocare ma le ultime uscite non sono state in termini di risultato pari a quanto fatto vedere in campo.

A chiudere la giornata ci ha pensato il Benevento, che sbanca il Friuli e si insedia al decimo posto in classifica, roba che per i giallorossi è come vincere lo Scudetto; evidentemente gli errori delle precedenti stagioni sono serviti ed oggi i ragazzi di Pippo Inzaghi (ma la stessa cosa vale per lo stesso mister) raccolgono i frutti di una gran voglia di far bene, unita ad una oculata gestione delle risorse economiche fatte dalla dirigenza.

Finisce qui il 2020, un anno bisesto e pure funesto sotto molti aspetti; speriamo tutti che il 2021 sia migliore e ci regali una ritrovata stabilità relativamente alla salute, agli aspetti lavorativi ed economici, agli affetti; certo non sarà facile, ma bisogna anche ricordare sempre che molto dipende da noi, dai nostri comportamenti e quindi rimbocchiamoci le maniche per costruire un futuro migliore.

Buona Natale e buon 2021 a TUTTI.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Lapresse

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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