La copertina del libro "60" dell'autore Luca Accolli, editing Sara Patron, edizioni La Cesenate

60”, così si intitola l’autobiografia di Luca Accolli, imprenditore, appena pubblicata ed edita da La Cesenate Edizioni. E io, cari lettori, l’ho letto in anteprima anche per voi.

Luca ha 60 anni. Non ci crede nemmeno lui, ma è così. Sposato, è padre di due meravigliose bambine e titolare di un’azienda che ha fondato vent’anni fa. Ha bisogno di avere sempre il controllo su tutto, in modo particolare sul lavoro, a cui si dedica con passione e spirito del buon padre di famiglia. Fino a quando arriva la variante Delta del Covid che, mettendolo al tappeto, lo porta a compiere delle riflessioni importanti, in alcuni casi catartiche. Per celebrare la vita che tanto gli ha dato, e chiuderne il primo capitolo durato 60 anni, ha deciso di raccontarsi a cuore aperto.
La grafica di copertina, decisamente accattivante (e mi sia concesso dirlo, azzeccata) è chiaramente ispirata a Diabolik – il suo idolo fin dall’infanzia che, proprio come Luca, quest’anno festeggia i suoi primi 60 anni!

Un caso? No.

Luca ha imparato che nella vita nulla è per caso, e che quello che ci accade è sempre per una ragione. Anche se, spesso, al momento non ce ne rendiamo conto.

Dopo una prima parte della vita trascorsa come manager di varie aziende, sia a livello nazionale che internazionale, nel 2005 fonda con il suo socio l’A.L.E.A. Srl, la sua società fatta di persone che ama e di cui si prende cura quotidianamente, così come fa con la sua famiglia.

Ma è nel 2020 che, vivendo sulla pelle l’incertezza dell’esistenza dopo aver contratto la variante Delta del Covid, molte delle sue certezze vacillano, e sente il bisogno di cambiare passo, dando tempo e valore a quegli aspetti della vita che fino ad allora aveva trascurato, dato per scontati o, peggio ancora, ignorato.

Inizia così un suo viaggio interiore, che lo porta ad affacciarsi alla vita in modo nuovo. Il suo motto di sempre, “Sono nato per amare”, oggi gli si aggrappa tra cuore e stomaco e gli chiede di perdonare il suo passato, in modo particolare quel padre a cui non ha mai voluto assomigliare ma del quale era e sarà sempre figlio.

Il bisogno di trovare nella fede, ma soprattutto nella spiritualità, una guida sicura e consolidare le sue nuove certezze, lo porta presto a trasformare questo viaggio interiore in un viaggio fisico: così la scorsa estate parte da solo per il Cammino di Santiago, ma presto si accorge che solo non è mai. Nel cuore le sue figlie, la moglie, i collaboratori, gli amici, Gianni, e i bambini di Medjougorie che da anni sostiene con fervore e devozione. E soprattutto, si rende conto che per compiere a pieno lo scopo della sua vita, ha bisogno di fare un passaggio importante, che ancora gli manca, e che mai avrebbe immaginato.

Cosa? Ve lo lascio scoprire leggendo.

Sarà una lettura certamente piacevole. Le frasi, costruite con semplicità ma ben curate, accompagnano il lettore incitandolo a proseguire nella scoperta di emozioni sempre nuove, aneddoti, curiosità. Lo stile avvincente, spesso divertente, rende il testo molto scorrevole.
Cosa spinge un uomo di 60 anni, non famoso, a scrivere la sua autobiografia?, vi starete domandando. Me lo sono chiesto anch’io, e spero di avere presto l’occasione di intervistare l’autore per chiederglielo. Credo di poter affermare con certezza, sentendo la genuinità e l’amore che trapela dal suo racconto, che Luca sia stato spinto dal bisogno di condividere, di aprire il proprio cuore agli altri per dire che non è mai troppo tardi per riconoscere i propri errori e per rendersi conto di tutto il male, ma anche e soprattutto di tutto il bene. Che non è mai troppo tardi per realizzare i propri sogni e superare le proprie paure. Che non è mai troppo tardi per iniziare a vivere e ad amare davvero, e sempre di più.

A cura di Sara Patron – Foto Copertina libro Repertorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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