Prima parte.
Cinquantotto anni fa il 22 marzo 1963 uscì il primo album del gruppo musicale britannico The Beatles dal titolo: “Please Please Me”, prodotto da George Martin e stampato su etichetta Parlophone e distribuito dalla Casa Discografica EMI.
Ne segnò il debutto nel mercato dei Long Playing del Regno Unito e il resto d’Europa, mentre negli Stati Uniti venne pubblicato con il titolo: “Introducing…The Beatles“, l’anno successivo con una sequenza di brani modificata.
Nella classifica della rivista Rolling Stone il periodico americano di musica, politica e cultura di massa, nella 500 Greatest Album of All Time, viene posizionato al 39° posto, mentre la rivista New Musical Express lo posiziona al 264° posto nella sua analoga classifica dei migliori 500 album. Prima di questo album il gruppo  aveva pubblicato solo due singoli: “Le Me Do nell’ottobre 1962 e ” Please Please Me” nel gennaio 1963. Il primo riscosse un discreto successo, mentre il secondo fu la prima canzone dei Beatles a raggiungere la posizione di testa nelle classifiche di vendita del Regno Unito, come lo stesso Martin aveva previsto. Una cosa sorprendente è il fatto che l’album venne registrato in sole quindici ore di lavoro l’11 febbraio 1963, ad eccezione dei singoli che erano stati incisi nell’autunno precedente. Il lavoro costituì inoltre una novità per quei tempi, dato che i cantanti raramente componevano i brani interpretati nei loro album, e i 33 giri erano costruiti rilanciando un singolo di successo attorniato da materiale riempitivo di mediocre fattura.

https://youtu.be/y8O_0JnAhCc

Originariamente il produttore aveva pensato di intitolare l’album ” Off the Beatle Track“, ma quest’idea tramontò a favore del titolo Please Plese Me. Quanto alla copertina, dopo aver scartato altre ipotesi, alcune originali e altre dozzinali e atroci, Martin si rivolse al fotografo Angus McBean che convocò i membri del gruppo presso EMI di Manchester Square e chiese loro di sporgersi dalla ringhiera della tromba delle scale dell’edificio, così nacque la copertina del disco. Il disco uscì con tre etichette di colore diverso, corrispondenti alle diverse ristampe, la prima oggi molto preziosa registrata in mono, in colore rosso indaco, poi rosa, e quindi nera. Nel 1970  dopo il confluire dell’etichetta Parlophon nel gruppo EMI Italiana, il disco fu ristampato ma con un’etichetta Parlophon nera. Il titolo Please Please Me trae origine dai ricordi d’infanzia di John Lennon  a cui la madre cantava “Please”, il successo del cantante Bing Crosby del 1932, conteneva il verso “Please Lend Your Ears to my Pleas”. Il pezzo era stato scritto da John  quando ancora abitava a Liverpool nella casa della zia Mimi. La composizione, fiacca e lamentosa, si ispirava al Roy Arbison di Only the Lonely, e nella seduta dell’11 settembre 1962 la versione del pezzo non soddisfò Martin il produttore che, confidando nelle potenzialità del brano, intuiva che fosse però necessario accelerare e infondere maggiore brillantezza e dinamismo nell’interpretazione. Per vivacizzare il brano, Paul McCartney elaborò una soluzione armonica sullo stile degli Everly Brothers.
Dopo due settimane il brano venne eseguito su diciotto nastri col tempo accelerato rispetto all’originale, secondo le istruzioni del produttore, con la sovraincisione dell’armonica suonata da John Lennon , con Ringo Starr rinfrancato e determinato rispetto all’umiliazione di quindici giorni prima e complessivamente con un’esecuzione energica e aggressiva. Come ricorda Paul a proposito dell’incisione, improvvisamente ecco che nacque il ritmo veloce alla Beatles. È rimasta celebre la frase di George Martin, al compimento dell’incisione del pezzo, si rivolse ai quattro attraverso l’interfono,  un dispositivo di trasmissione e ricezione della voce utilizzato in situazioni o luoghi dove il semplice o combinato impedimento della compartimentazione, del rumore ambientale o dell’eccessiva distanza, non consentono la naturale comunicazione vocale: “Signori, avete appena finito di incidere il Vostro Numero Uno!” Come previsto dal produttore  Martin, il brano ebbe grande successo,  Radio Luxemburg trasmise la canzone decretandola un trionfo o perfino la BBC mandò in onda il pezzo dietro le richieste incessanti dei fans.
Il gruppo britannico dei Beatles fu fondato a Liverpool nel 1960 e rimase attivo fino al 1970. Il gruppo era composto da John Lennon, Paul McCartney, George Harrison, Ringo Starr, quest’ultimo a partire dal 1962, fu chiamato a sostituire Pete Best,  della prima formazione faceva parte anche il musicista Stuart Sutcliffe.
Ritenuti all’epoca un fenomeno di massa di proporzioni mondiali, i Beatles hanno segnato un’epoca nella musica, nel costume, nella moda e nella Pop Art. A distanza di vari decenni dal loro scioglimento ufficiale e dopo la morte di due dei quattro componenti del gruppo, John Lennon e George Harrison, i Beatles contano un enorme seguito e numerosi Fan Club esistenti in ogni parte del mondo. Stando alle stime dichiarate hanno venduto a livello mondiale un totale di oltre un miliardo di copie fra album, singoli e musicassette, risultando fra gli artisti di maggior impatto e successo e, negli  Stati Uniti, quelli con maggior numero di vendite.. L’aura che circonda lo sviluppo dei  Beatles e del loro successo mediatico è che ha favorito la nascita della Beatlemania e lo straordinario esito artistico raggiunto come musicisti rock, sono oggetto di studio di università, psicologi e addetti del settore.
Durante la loro carriera decennale i Beatles sono stati ufficialmente gli autori di 186 composizioni incise, a cui vanno aggiunti  20 brani a firma di Lennon – McCartney ceduti ad altri artisti. La storia dei Beatles iniziò un sabato, era il 6 luglio del 1957: in quella data, nella chiesa di St. Peter a Liverpool, in occasione della festa annuale della parrocchia, era in corso un’esibizione dei Quarrymen, un gruppo Skiffle. Lo Skiffle è  un genere musicale con influenze Country, Blues, Jazz, nato nella prima metà del secolo scorso negli Stati Uniti,  prese piede negli anni Cinquanta, Sessanta in Inghilterra sulle rive del fiume Mersey, di cui era leader il sedicenne John Lennon. Ivan Voughan, già compagno delle elementari di John ed ex componente della band, gli presentò il quindicenne Paul McCartney,  all’epoca suo compagno di scuola al Liverpool Istitute. Paul si presentò suonando il brano “Long Tall Sally ” del cantante pianista Little Richard e il brano “Twenty Fligh Rock” del cantante Eddie Cochron.
Durante le sue esibizioni, John usava cambiare gli accordi a suo piacimento; oltre che dall’abilità di Paul alla chitarra, rimase colpito dalla sua memoria, dato che ricordava alla perfezione i testi delle canzoni che eseguiva. Sebbene John ben sapesse che invitare Paul a fare parte del gruppo avrebbe significato condividerne la leadership, si rivolse ben presto a farlo entrare nei Querrymen.
Pete Shatton fu incaricato di invitarlo; Paul McCartney accettò, dicendo però che si sarebbe unito al gruppo dopo le vacanze.
Alcuni mesi dopo l’ingresso nella band di Paul, questi contattò per un’audizione un altro ragazzo che lui frequentava al Liverpool Istitute, l’amico e compagno di scuolabus George Harrison.
Lennon ammise George nel gruppo in seguito a un provino che ebbe luogo proprio su un un’autobus, dopo averlo ascoltato cimentarsi in un brano strumentale Raunchy, brano scritto da Bill Justin JR. e Sid Manker, lanciato da Bill Justin  and his Orchestra e pubblicato nel novembre 1957 come singolo su etichetta  Phillips Records, negli Stati Uniti, ottenne un successo di proporzioni straordinarie, primo nelle classifiche di Rhithm’s and Blues e al secondo posto in quelle di Musica Leggera. Inciso a Menphis,  la città neanche a farlo apposta dove  Elvis Presley ebbe la sua vita artistica di cantante e attore, vedeva l’artista Justin  al sax e Manter alla chitarra solista. Nato Eilliam E. Justin Jr. nel 1926, fu direttore musicale dell’etichetta Sun Records negli anni Cinquanta; il musicista  morì nel 1982. Il brano venne incluso nella Grammy Hall of Fame.
Nel gennaio del 1960 fu un compagno di John Lennon all’Art College, lo scozzese Stu Sutcliffe, a divenire il bassista del gruppo dei Querrymen. Pittore di grande talento, acquistò un basso Holfner dopo aver venduto il suo primo quadro. La notte del 16 agosto dello stesso anno, prendendo spunto dal gruppo  dei Crickets di Buddy Holly, nome d’arte di Charles Hardin Holley, esso è stato un cantautore e chitarrista statunitense. Lennon e Sutcliffe inventarono il nome Beatles, Scarafaggi, che venne assunto dal complesso dopo essere passato per Johnny and the Moondas, Beatals, Silver Beatles e Beatles.
All’inizio della loro carriera, i Beatles mancavano di un batterista fisso; a loro si unì per un breve periodo il batterista trentaseienne Tommy Moore, che lì lasciò dopo una tournée in Scozia, per entrare nel gruppo come spalla del cantante Johnny Gentle. Soprattutto Sutcliffe aveva difficoltà a suonare il basso in modo soddisfacente, tanto da dover spesso suonare di spalle.
Per una serie di fortunate coincidenze, poiché altri gruppi di Livetpool non erano disponibili, il loro primo manager, Allan Williams, propose loro una scrittura nella città tedesca Amburgo, dove un’altra band della stessa città inglese, Darry and the Seniores,  stava esibendosi con successo, a condizione che si dottassero di un batterista fisso. Un giorno del mese di agosto, nel locale Casbah di Mona Best, notavano il figlio della proprietaria, Pete Best, batterista britannico, noto per essere stato il primo batterista dei Beatles dal 12 agosto 1960 al 16 agosto 1962, quando venne sostituito dall’altro batterista Ringo Starr, che col suo gruppo i Blackjacks, si esibiva alla batteria. Pseudonimo di Richard Starkey, cantautore, compositore, attore e pittore britannico musicista fondamentale per il gruppo britannico, la sua figura ha dato un spinta in più  alla loro popolarità, c’è  da dire che metaforicamente parlando gli è  stato fedele per dieci anni, fino allo scioglimento dei Beatles, avvenuto  nel 1970. Per i Beatles, a composto due canzoni dal titolo, Don’t Pass Me By e Octopu’s Garden. Dopo lo scioglimento del gruppo ha intrapreso una carriera individuale sia come musicista, sia come attore cinematografico. È anche un appassionato di pittura dipinge e sovvenziona molti premi nazionali di concorsi e di esposizioni di vari pittori.
Ritenuto idoneo fu reclutato pochi giorni prima di partire per la città tedesca di Amburgo.
Ad Amburgo iniziò per il gruppo una vera trasformazione: costretti dall’esigente titolare del locale Idra, dove il gruppo si esibiva, in una via laterale della Reeperbahn, la via a luci rosse del quartiere di St. Pauli nella città tedesca di Amburgo  quartiere della città amministrativamente afferente al distretto cittadino di Hamburg -Mitte, in questo luogo le loro esibizioni in cui il gruppo produsse  davano il massimo volume, la loro musica acquisto potenza e consapevolezza. In quel periodo si formarono, lo stile e il repertorio che avrebbero caratterizzato i primi anni della loro attività a secondo di una teoria successivamente contraddetta dall’interessato, iniziò a emergere la volontà di Paul di prendere il posto del musicista Stuard al basso.
La prima volta che si esibì con un contratto a nome Beatles fu proprio ad Amburgo in Germania, il 17 agosto 1960.
A fine novembre furono costretti a tornare a Liverpool in Inghilterra a causa di alcuni problemi con la polizia tedesca, imbeccata dal primo impresario che li aveva ingaggiati, ma che essi avevano in seguito lasciato per un contratto più vantaggioso. George era minorenne e non poteva lavorare legalmente; Pete e Paul, trasferitosi nella sistemazione procurata dal nuovo lavoro, rientrando nottetempo nel loro vecchio e precario alloggio per prendere le loro cose illuminarono la stanza dando fuoco a un profilattico appeso alla parete e incendiaroro così le tende, evento che provocò il loro arresto quindi l’espulsione.
Tuttavia, pochi mesi dopo ritornarono ad Amburgo con un contratto firmato senza l’intermediazione del loro manager, grazie agli estimatori che si erano conquistati, e lì il gruppo si esibì  dal 1 aprile al 1 luglio 1961. Nella terza spedizione sempre nella città di Amburgo in Germania, che ebbe luogo nell’aprile e maggio 1962, si iniziò a deliniare la formazione definitiva del gruppo.
Nel luglio 1961 Stuart Sutcliffe, ammesso all’Accademia d’Arte di Amburgo, aveva lasciato la musica per dedicarsi alla pittura, suo vero interesse,  al basso c’era l’esuberante  Paul McCartney. Nel frattempo era cambiato anche il loro look: i capelli pettinati in avanti con la frangetta, le giacche di pelle e senza risvolti, il tutto completato da stivaletti, i Beatles Boot, furono il contributo all’immagine del gruppo, dato dalla fidanzata tedesca di Stuard, Astrid Kircheherr.
Il gruppo ritornò ad Amburgo in Germania per l’ultima tournée a metà dicembre del 1962, esibendosi fino alla fine dell’anno nel locale, Star Club. Con questi ultimi concerti, i Beatles avevano collezionato un totale di ottocento ore sui palcoscenici tedeschi.
Gli esordi in studio, tornati in Inghilterra, a Liverpool dalla prima trasferta amburghese, il gruppo colpirono i loro fan per la trasformazione estetica, musicale e professionale.
Cominciarono a suonare in un locale di Methew Street, il Covern Club, è  uno dei locali dove a vario titolo, sono legati alla vita, alle attività e alle opere di John Lennon, Paul McCartney,  George Harrison e Ringo Starr, fino al 1970, anno che segna la conclusione della loro carriera musicale dove, con la loro grinta e la loro disinvoltura sul palco, richiamavano un vasto pubblico formato in gran parte da frenetiche ammiratrici; in questo periodo i fan andarono fuori di testa, chi urlava, chi piangeva, alla veduta del gruppo britannico,  le donne gli andavano incontro come fossero un reggimento di donne che andavano all’assalto, e la polizia britannica faceva fatica a contenere questa esuberanza, che dal lato medico psicologico psichiatrico erano naturalmente da studiare, chissà gli psicologi e gli psichiatri dell’epoca, cosa ne pensassero. Presto trovarono un manager in Brian Epstein, che all’epoca gestiva un negozio di elettrodomestici e dischi. Incuriosito dalla richiesta da parte di un cliente di un canzone dal titolo My Bonnie,  un disco registrato dal gruppo in Germania in cui essi accompagnavano il cantante solista Tony Sheridan, all’anagrafe Anthony Esmond Sheridan McGinnity, cantautore e chitarrista britannico, noto soprattutto per la sua collaborazione con il gruppo dei Beatles al loro debutto. Colpito dal loro carisma e dal richiamo di pubblico, si offrì di fare loro da Manager.
Anche per il fatto di aver rotto con il loro primo impresario,  Allan Williams, e limitando la loro attività quasi esclusivamente agli spettacoli quotidiani nel locale Cavern, dopo un’iniziale esitazione accettarono. Da parte sua Epstein riuscì ad allargare il giro delle loro scritture: si impegnò a ripulirne l’immagine, insegnando loro anche il celebre inchino all’unisono da sfoggiare nei concerti, per poi ottenere un provino al gruppo dei Beatles con la celebre etichetta discografica Decca Records, il giorno di capodanno del 1962. Fu così che Mike Smith, osservatore della label Decca Records, partì alla volta di Liverpool per ascoltare il gruppo dei Beatles e un’altra formazione locale, rimanendo favorevolmente impressionato dalle loro esibizioni nel locale Cavern Club. Giunti a Londra per l’audizione il gruppo dopo un viaggio disastroso e una notte passata decisamente male, irritati e nervosi i Beatles malconsigliati da Brian Epstein nella scelta dei brani, eseguirono la parte meno eccitante del loro repertorio, conservato per la storia nelle registrazioni rimaste nell’archivio dalla Casa Discografica EMI.
Nonostante il godimento di Smth la Decca preferì mettere sotto contratto un altro gruppo, di nome  Brian Poole and the Tremeloes, per il fatto che quest’ultimo nelle audizioni in studio si era dimostrato il migliore, l’errore di valutazione divenne epocale. Un paio d’anni dopo, la stessa Casa Discografica Decca, per ironia della sorte su raccomandazione di George Harrison, mise sotto contratto il gruppo dei Rolling Stones, la formazione rock, anch’essa britannica composta da Mick Jagger, Keith Richards, Ronnie Wood e Charlie Watts, una delle band più importanti di quell’epoca, la Casa Discografica fu dubbiosa pur non essendo in un primo momento convinta, proprio perché memore dell’errore commesso con i Beatles.
Il 1963 rappresentò l’anno in cui esplose la popolarità  del gruppo. Ad essa concorderà le loro produzioni musicali, i concerti in speciali occasioni, il locale Val Parnell’s Sunday Night at the London Palladium e la storica esibizione al Royal Variety Performance, alla presenza dei Reali Inglesi, le apparizioni televisive. Testimonianza del boom della celebrità e fra l’altro l’andamento delle adesione dei Beatles Fan Club, all’inizio del 1963 gli aderenti ammontavano a un migliaio, alla fine dello stesso anno il numero degli iscritti era salito vertiginosamente a ottantamila. Al termine di quell’anno i quotidiani inglesi riconoscevano quasi unanimi le qualità del gruppo. Una parte rilevante per le diffusione dell’immagine del gruppo dei Beatles fu costituita dalle tournée. Per la seconda volta dopo il 1960, la Scozia accolse i musicisti britannici in un mini tour dal 3 al 6 gennaio 1963. Questa esperienza permise ai quattro musicisti di uscire dalla routine delle esibizioni nello stesso club. John considerò il tour scozzese dal 1963, un sollievo.
Cominciavano a sentirsi limitati, senza sbocchi[…].
L’esperienza di Anburgo era oramai superata.
Ancora più motivante fu la tournée successiva come gruppo di spalla di Helen Shapiro, cantante e attrice britannica, che si svolse dal 2 febbraio al 3 marzo dello stesso anno e che toccò quattordici centri inglesi. Il tour contribuì alla definitiva amalgama di Ringo Starr il batterista  con gli altri tre del gruppo dei Beatles e all’affiatamento del gruppo.
John giudicò le esperienze fatte in tour una cosa positiva: “cambiare ogni sera locale fu un vero toccasana”.
Tornati a Liverpool il 4 marzo, dopo cinque giorni con altri artisti erano nuovamente in tournée, che sarebbe durata fino a 31 marzo per le maggiori piazze inglesi, sempre più popolari fra il pubblico nei concerti, sempre più risalto nei cartelloni pubblicitari e nei vai spot radiofonici e televisivi, tanto a essere loro ad esibirsi in chiusura degli spettacoli. A fine ottobre volarono in Svezia per il primo tour all’estero. Lì per una settimana i Beatles alternarono registrazioni radiofoniche e per il programma televisivo svedese Drop In, con i concerti dal vivo. Consapevoli di dover conquistare il pubblico scandinavo, i Beatles si esibiranno alla Stazione Radiofonica Karlaplansstudion, in uno spettacolo di qualità eccellente. In seguito, con le apparizioni televisive negli show musicali, la loro immagine innovativa, la pettinatura e i vestiti, essi conquistarono un istantaneo seguito tra gli adolescenti inglesi. Inizio così la Beatlemamia: ogni loro concerto fu presto caratterizzato dalle urla assordanti delle fan che rendevano impossibile ascoltare il suono e le canzoni che il gruppo britannico produceva. Erano inoltre costretti a rocambolesche fughe per evitare l’assalto delle orde di ammiratrici.
Risale al periodo dal 7-22 febbraio 1964 la prima trasferta intercontinentale in terra statunitense: i Beatles furono accolti all’aeroporto di New York da un enorme schieramento di fotografi e dai loro fan, con scene di isteria collettiva erano diecimila i ragazzi e ragazze che lì accolsero urlanti, e con degli episodi di crisi  isteriche, pianti e urla lì seguirono nella prima settimana alla Carnegie Hal, una delle più importanti sale da concerto sia di musica classica sia di musica leggera a livello mondiale, ed il secondo concerto al Washington Coloseum della città di Washington.
Il 9 febbraio il quartetto dei Beatles fu protagonista di una prima puntata del programma televisivo Ed Sullivan Show, uno dei più importanti spettacoli seguiti, trasmessi dell’emittente televisiva CBS, per poi spostarsi a Miami e registrarne una seconda puntata. Una curiosità di quei giorni, fu che durante l’apparizione dei quattro musicisti britannici nel programma dell’Ed Sullivan Show, il numero di crimini riportati a New York fu molto vicino allo zero e quelli minorili praticamente azzerarono.
La tournée del febbraio  1964 è stata documentata, per quanto riguarda la parte relativa alla capitale Washington, anche da una serie di quarantasei fotografie rimaste a lungo inedite, scattate da un fotografo dilettante, Mike Mitchell, e battute all’asta da Christie’s a New York  nel 2011, per una cifra esorbitante.
La prima esperienza americana diede modo ai Beatles di aggiornare la propria dotazione strumentale. Confidando nella pubblicità di ritorno, un nuovo basso elettrico Hofner venne offerto a McCartney e la Rickenbacke regalò a Lennon l’ultimo modello della Capri 325 e ad Harrison una chitarra elettrica  a dodici corde all’epoca di recentissima produzione. Dopo il tour autunnale in terra britannica, i Beatles furono attesi spasmodicamente dai loro fan italiani, in Italia, dal 24 al 28 giugno del 1965, il gruppo britannico effettuò un mini tour a Milano, organizzato dall’impresario Leo Wachter, in ciascuno dei concerti uno al pomeriggio e uno alla sera suonarono per poco più di mezz’ora, preceduti da artisti di Musica Leggera, molti legati alla etichetta italiana Carisch Records. Nonostante la brevità delle esibizioni dei Beatles, i fan che accorsero ad ascoltarli al Velodromo Vigorelli di Milano, al Palasport di Genova e al Teatro Adriano di Roma,  ne rimasero entusiasti. In nessuna delle esibizioni si registrò il tutto esaurito e fu l’unica volta che la band suonò in Italia.
Nel giugno del 1965, nel pieno della loro carriera, venne annunciato che i componenti della band sarebbero stati insigniti della onorificenza di Membri dell’Ordine dell’Impero Britannico dalla Regina Elisabetta II.
 L’eccellentissimo Ordine dell’Impero Britannico, è un ordine cavalleresco istituito dal Re Giorgio V, nel giugno del 1917.
È tra le onorificenze più importanti del Regno Unito.
La consegna dell’onorificenza avvenne il 26 ottobre  a Buckingham Palace.
La motivazione ufficiale  del riconoscimento fu di aver reso dei preziosi benefici alla esportazione della Cultura Musicale britannica, anche se in seguito furono riconosciuti i meriti musicali, culturali e sociali del quartetto di Liverpool.
Raramente la Gran Bretagna aveva esportato cantanti, canzoni e composizioni e ormai veniva considerata una colonia americana per la Musica Leggera e una colonia italiana per il bel canto. Anni più tardi, nel 1969, Lennon avrebbe rinunciato alle onorificenze restituendo la medaglia alla Regina, in un gesto clamoroso con cui intese protestare per il Regno Unito nel Biafra, uno stato dell’Africa e contro l’appoggio degli Stati Uniti alla guerra in Vietnam e per il fatto che il suo disco Cold Turkey, non arrivò in cima alla Hit Parade.
Cold Turkey era il secondo lavoro discografico, il singolo da solista che John Lennon produsse, registrato ancora sotto l’etichetta dei Beatles, la Apple Records.
Venne pubblicato a nome di Plastic Ano Band il 20 ottobre 1969 negli Stati Uniti  e il 24 sempre del mese di ottobre 1969 in Gran  Bretagna, questo 45 giri non arrivò mai in cima alla classifica della Hit Parade.
Nel 1997 fu promosso al grado di cavaliere dell’ordine dell’Impero Britannico, il che comporta il diritto  al titolo di Sir davanti al nome.
Instancabilmente proseguirono il loro tour dopo la pausa  di quattordici giorni dovuti alla registrazione dell’album; nel secondo tour americano le scene di massa deliranti, di ragazze urlanti, culminarono poi con lo storico concerto del 15 agosto 1965 allo Shea Stadium di NewYork , davanti ad un pubblico di cinquantacinque mila persone, documentato nel film dal titolo: “The Beatles at the Shea Stadium:  Lo Shea Stadium, formalmente conosciuto con il nome di William A. Shea Minicipal Stadium, è stato uno stadio polivalente situato nel quartiere del Queens, nella città di New York,  negli Stati Uniti.
In chiusura d’anno, il gruppo effettuò un tour trionfale in giro per la Gran Bretagna, toccando per l’ultima volta la loro città natale, Liverpool.
Il 1966 rappresentò per il gruppo un anno risolutivo per le esibizioni dal vivo.
A cavallo fra giugno e luglio, dopo una puntata in Germania, il quartetto volò  in Giappone per cinque concerti nella città di Tokyo e fecero l’ultima tappa nelle Filippine, dove si trovarono invischiati in una situazione difficile con la polizia locale. In entrambi i Paesi asiatici, i Beatles vennero per la prima volta a contatto con l’aspetto sinistro e inquietante della popolarità, minacciati di morte da un’organizzazione studentesca di destra a Tokyo in Giappone e da sostenitori del Presidente Marcos, a Manila nelle Filippine.
Nel loro ultimo tour americano del 1966 subirono contestazioni da parte di alcuni gruppi religiosi a causa di un’intervista resa a Moureen Cleave dell’ Evening Standard, in cui John Lennon dichiarava la presenza maggiore di popolarità  e incidenza dei Beatles rispetto a quella di Gesù Cristo. Probabilmente Lennon lo disse in modo metaforico  fatto sta che creò un subbuglio un gruppo di persone credenti, che diedero il via per John e per i Beatles a una polemica infinita. Neppure la benevola è assolutoria nota del piccolo Stato del Vaticano in Roma servì  a stemperare l’asprezza del confronto. I giornalisti lì assillarono continuamente su questo tema finché Lennon riuscì a chiarire la sue tesi una volta per tutte e a calmare un po’ le acque, i quattro musicisti vissero però ugualmente l’ultima fase della tournée con il terrore di essere bersaglio di qualche attentato. Stressati dal clima minaccioso e logorati da anni di sfibrati tournée,  i Beatles decisero che la loro ultima esibizione dal vivo sarebbe stata il concerto che tennero al Condleskick Park  di San Francisco, in California il 29 agosto del 1966. Per il quartetto britannico, dopo avere avuto del tempo libero dagli impegni legati ai tour, i Beatles si dedicarono alle attività musicali in sala di registrazione e, in misura minore alle esibizioni sul set cinematografico. Il 10 luglio 1964 venne dato alle stampe il film dal titolo A Hard Day’s Night, fu un vero e proprio tributo alla Beatlemania; l’idea portante era di riprendere trentasei ore della vita dei quattro musicisti britannici nello stile di un documentario.
A Hard Day’s Night, si rivelò il loro album migliore fino a quel momento e per la prima volta un loro album conteneva esclusivamente brani originali, fra l’altro tutti firmati dalla coppia Lennon McCartney,  caso unico nella discografia del Beatles. Il disco viene ricordato anche con l’introduzione della Rikenbacker elettrica a dodici corde e dal rivoluzionario stile, contemporaneo a quello del gruppo dei Byrds di Rogers McGuinn. I Byrds furono un gruppo musicale statunitense attivo dal 1964 al 1973. Raggiunsero presto una certa notorietà grazie soprattutto alle Cover di un brano di Bob Dylan, Mr. Tomborine Man, che contribuì in maniera significativa alla nascita e alla divulgazione della Musica Folk Rock.
Caratteristica fondamentale del loro sound fu il pionieristico utilizzo della chitarra Rickenbacker a 12 corde, denominata  Jingle Jangle.
La band dei Byrds abbracciò anche altri generi musicali il Rock Psicadelico, arrivando coniare nuovi generi come il Raga Rock, o lo Space Rock.
I membri del gruppo americano nel corso degli anni hanno poi raggiunto anche il successo come solisti o di altre band.
Nel 1991 sono stati insigniti di un riconoscimento, sono stati introdotti nella Rock and Roll Hall of Fame. La rivista musicale Rolling Stone lì ha classificati al 55° posto tra i cinquanta migliori artisti della Musica Rock di sempre. L’affiancamento dovuto all tournée che susseguivano a ritmo battente causò il passo indietro di Beatles for Sale, l’album uscito il 27 novembre 1964.
Il titolo sardonico allo stesso tempo emblematico, ideato da John Lennon, rifletteva le stesse impressioni del brano più gettonato che fu Eight Days a Week;  La stanchezza aleggiava tra le note dell’album nonostante il più alto numero di cover presenti, sei, e per di più prese in prestito da autori della fama di Buddy  Holly, Chuck Berry, Little Richard. Per queste ragioni viene considerato l’album meno incisivo del gruppo britannico. Tale lavoro fu però un passo necessario per consentire il percorso evolutivo musicale esplorato dapprima con l’opera discografica Help?, altro lavoro di supporto al film omonimo. La pellicola  risultò essere un successo commerciale e finanziario, ma un fiasco sotto il profilo artistico, evidenziando più che altro il buon talento recitativo di Ringo Starr e a un certo disinteresse di John Lennon per le riprese, proprio lui in seguito attore di primo piano della pellicola come Vinsi la guerra, un film del 1967 diretto dal regista Richard Lester, è basato sull’omonimo romanzo dell’autore Patrick Ryan.
Il disco mise in evidenza da una parte la passione di Lennon per Bob Fylan manifestata nella ballad “You’ve got to Hide your  Love Away” e la sua ricerca di testi sempre più elaborati e impegnati, dall’altra la continua ricerca di brani molodici e romantici,  condotta da Paul McCartney  e culminata in Yesterday. Help? fu pubblicato nell’agosto 1965 e solo quattro mesi più tardi la loro evoluzione lì portò ad un risultato straordinario di Babber Soul, album raffinato ricercato in cui compare per la prima volta nella musica leggera occidentale il suono del sitar,  strumento  musicale a corde dell’India Settentrionale,  è lo strumento della musica classica Indiana più conosciuto in Occidente.
Il termine sitar indiano, deriva probabilmente dal termine persiano Seh-Tar, che letteralmente significa  tre corde ed in effetti esiste uno strumento  iraniano chiamato Setar che presenta caratteristiche simili; entrambi derivano da una evoluzione della citata che a sua volta derivata dalla Lira, termine di origine persiana: Al-Ud,  legno e tar, corda “, le cui sonorità presero il sopravvento sui temi trattati nei primi anni di carriera, volutamente non impegnati e frivoli, atti a conquistare più pubblico possibile.
Cominciò per i Beatles anche l’uso degli stupefacenti come L.S.D., che avrebbero ispirato direttamente il testo e le suggestioni psicadeliche di molti loro brani.
Rubber Soul è il sesto album del gruppo britannico, pubblicato  nel dicembre del 1965 e prodotto da George Martin.
Venne pubblicato quando il gruppo di Liverpool aveva raggiunto il punto di maturazione artistica.
È  il primo disco dei Beatles a non riportare il nome del gruppo nella copertina.
La classifica dei cinquecento album migliori di tutti i tempi stilata nel 2012 dalla rivista Rolling Stone lo colloca al quinto posto mentre la rivista New Musical Express lo posiziona al quarantatreesimo posto nella sua analoga classifica  dei migliori cinquecento album; il titolo dell’opera discografica dal titolo You Must  Heart Before you Die, compare nel volume 1001, venne pubblicato nel dicembre del 1965, mentre si andava esaurendo il fenomeno della  Beatlemania.
Per le soluzioni tecniche e per la ricchezza dei temi trattati il lavoro costituisce per molti critici un punto di svolta nella carriera della formazione di Liverpool.
L’anello di raccordo fra la precedente produzione del gruppo e le creazioni immediatamente successive. Nelle sessioni di registrazione dell’opera discografica, i Beatles iniziarono iniziarono a superare la mezzanotte, cosa che negli anni a venire sarebbe diventata un’abitudine.
La copertina, con la foto stirata dei quattro musicisti, sottintende le innovazioni e le nuove dimensioni sonore dovute in parte all’assunzione di sostanze allucinogeni, come esplicitamente affermò  Lennon.
Anche la sensibilità compositiva risenti’ positivamente della maggior presenza in sala di incisione, divenuta il rifugio nel quale placare la frustrazione di concerti dal vivo ripetitivi nei quali la musica era sovrastata da urla isteriche. In questo disco, oltre alle classiche canzoni rivolte alle ammiratrici, si ritrovano motivi che indicano la presa di coscienza della società nella quale i Beatles vivevano, melodie spesso contrassegnate da un’eco della sonorità tipiche del gruppo  dei Byrds nelle loro armonizzazioni di successivi Bob Dylan. Brian Wilson, leader dei Beach Boys, riconobbe più volte il brano Rubber Soul come la principale fonte di esportazione per la realizzazione dell’album Pet Sounds del 1966.
Undicesimo album in studio del gruppo statunitense, pubblicato nel 1966 dalla label  Capitol Records. Unanimemente riconosciuto come uno degli album più influenti della storia della Musica Pop,  spesso è stato posto nella prima posizione in numerose classifiche di Long Playing  migliori di tutti i tempi, come in quella redatta dalla rivista musicale  Rolling Stone,  l’album si trova al secondo posto.
La maturità artistica del gruppo di Liverpool è da molti critici considerato il biennio 1966-1967. Nel 1966 venne pubblicato Revolver, questo opera discografica è  la settima produzione del gruppo britannico prodotto da George Martin; venne messo in commercio nel Regno Unito il 5 agosto 1966.
In esso si trovano per la prima volta nella discografia dei Beatles, elementi del Rock Psichedelico che diventeranno predominanti nell’album Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dell’anno successivo.
È  considerato uno dei loro capolavori nonché uno tra i dischi più importanti della Musica Rock: la rivista musicale  Rolling Stone lo ha inserito al 3° posto della lista dei cinquecento  migliori album, mentre la rivista New Musical Express, lo posiziona al 2° posto nella sua analoga classifica dei migliori album.  Questa opera discografica compare anche nel volume 1001 albums, You Must Hear Before You Die, molti esperti hanno ritenuto un picco nella creatività artistica dei Beatles. Il nuovo lavoro prendeva forma in lunghe e articolate sessioni in studio, con l’assistenza di Geoff Emerick tecnico del suono, noto principalmente per essere stato il principale  ingegnere del suono dei favolosi quattro musicisti negli anni Sessanta, il suo lavoro in studio fu di fondamentale contributo in particolare modo per gli albums Revolver e Sgt Pepper’s Lonely Heart Club Band, The Beatles e Abbey Road.
Il giovane tecnico del suono assunto dalla Casa Discografica EMI cinque anni prima all’età di quindici anni, piurtosto insofferente alle normative consolidate da anni di Abbey Road riguardanti le metrologie  da usare nella presa del suono.
Emerick sfrutto’ con abilità tutte le risorse fornite dalla primitiva tecnologia dell’epoca, ne introdusse di assai innovative, e così vennero alla luce capolavori sul piano del suono che sarebbe stato impossibile riprodurre in concerti live. Revolver parlò d’amore, di tasse con il brano di apertura dal titolo Taxman, critico verso i politici dell’epoca, la canzone fu composta e cantata da George Harrison. Con la canzone Tomorrow Never Knows, composta da John Lennon  fu la traccia conclusiva dell’album Revolver che si era ispirato al libro Tibetano dei Morti, con la voce immersa tra suoni di nastri riprodotti al contrario, anticipando Sgt. Pepper’s e con Eleonor Rigby di Paul McCartney.
I suoni si arrichirono di strumenti indiani e di molte altre innovazioni elaborate in studio di registrazione in modo artigianale ma dalla grande resa finale. Cominciarono  gli anni delle lunghe sedute di registrazione in studio: non potendo riprodurre dal vivo le complesse sonorità di brani presenti sui loro dischi a partire dall’album Revolver già ricordato nel paragrafo sopra, ma anche estenuanti tournée mondiali con tomultose esibizioni in cui il suono del gruppo era letteralmente sommerso dalle urla delle fan e preoccupati  per le prime minacce  piovute dai fanatici religiosi, i Beatles interruppero l’attività dei concerti dal vivo e si dedicarono esclusivamente all’attività in studio di registrazione.
Fu questa una scelta dolorosa per Brian Epstein,  che si senti a quel punto inutile e ingombrante. Il 1 giugno del 1967 fu pubblicato il disco considerato da molti il più importante della storia del rock: Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, inizialmente pensato come un album a tema che avrebbe dovuto rievocare gli anni della loro infanzia  e adolescenza nella città di Liverpool. Il titolo nacque su idea di Paul McCartney, che voleva creare una nuova identità al gruppo.
Tuttavia, esigenze contrattuali imposero che venissero commercializzati come 45 giri i due brani del progetto già pronti per essere distribuiti e venduti al pubblico dei fan e degli appassionati del genere rock britannico e del gruppo: Penny Lane e Strawberry Fields Forever.
Ciononostante Sgt. Pepper conservò un’apparente compattezza, dovuta alle innovazioni, sonore introdotte. Anni dopo John Lennon avrebbe rivendicato l’individualita’ dei suoi brani, Lucy in the Sky with Diamond, e A Day in the Life, affermando che sarebbero potuti stare in qualunque long playing, negando implicitamente che Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band  fosse un album a tema. L’uscita del disco provocò uno strappo ne panorama musicale del Mainstream, termine usato come aggettivo in vari campi  delle arti pittoriche, musicali, a opere teatrali e dalle culture in vari campi, per indicare una corrente che, in un ambito culturale, è  considerata più tradizionale e “convenzionale”, quindi seguita dal grande pubblico. L’album rappresentava, infatti, l’apice di un percorso artistico intrapreso già dagli stessi Beatles con l’album Rubber Soul sesto lavoro discografico del gruppo britannico, pubblicato nel dicembre del 1965 e che era proseguito con le pietre miliari del 1966 americano, ovvero gli album dei Byrds, dei Beack Boys, Pet Sound  e quello di Bob Dylan,  Blonde on Blonde. Da questo momento la musica poteva a ben diritto essere considerata arte.
Nella copertina dell’album, c’è un messaggio ironico all’indirizzo del loro gruppo rivale costituito dalla frase: “Welcome The Rolling Stones “, stampata sulla maglietta di un pupazzo dalle fattezze di una bimba, col viso dell’attrice cantante Shirley Temple ed il chitarrista rock Blues  Jimi Hendrix, rese onore all’uscita dell’album producendo rapidamente una cover del brano di apertura.
Il 25 giugno dello stesso anno il gruppo registrò  dal vivo negli studi EMI la lennoniana All You Need is Love, che sarebbe diventata l’inno dei figli dei fiori, termine della Cultura Hippie,  movimento della controcultura giovanile che ha avuto inizio negli Stati Uniti, nel corso degli anni Sessanta del XX secolo, presto diffuso in Europa e in altri paesi del mondo e delle Summer of Love, gli eventi trascorsi durante l’estate del 1967 nella città Californiana di San Francisco, lanciata in mondovisione durante la prima trasmissione internazionale televisiva via satellite, rappresentò simbolicamente tutto il movimento artistico musicale britannico e la nascente generazione dell’amore. Famosi, ma non infallibili; così i Beatles si scoprirono in quei mesi: tra le altre cose il loro terzo  film, destinato alla televisione il celebre, Magical  Mystery Tour di cui firmarono e sarebbe stata l’unica volta la regia, che si sarebbe rivelata poi un fiasco.
Magical Mystery Tour uscì con EP in Gran Bretagna con le sole sei canzoni del film, mentre in America è in Italia fu pubblicato un long playing comprendente tutti i singoli del 1967, tra cui Strawberry Fields Forever, e Penny Lane, i due grandi esclusi di Sgt. Pepper’s Lonely Heart Club Band.
Magical Mystery Tour venne invece concepito come un piccolo Sgt. Pepper, con la roboante  canzone iniziale, Magical Mystery Tour, scritta da Paul McCartney,  un corpo centrale e un pezzo finale di John Lennon dal titolo Am the Walrus, dal sapore Psichedelico; ispirato da un poema di Lewis Carroll, The Walrus and the Carpenter, contenuto nelle Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie,  è una delle canzoni più notevoli in assoluto, di Lennon, tanto che il gruppo degli Oasis, grandi estimatori dei Beatles, la inserirono spesso tra i brani dei loro concerti live.
Il 27 agosto del 1967 il loro scopritore è manager storico Brian Epstein sarebbe stato trovato morto nella sua stanza per un letale mix di alcool e psicofarmaci. La complessa macchina organizzativa è soprattutto amministrativa  del gruppo britannico si trovò così all’improvviso senza una guida. I Beatles ricevettero la notizia mentre erano a Bangor, nel Galles, a un convegno organizzato dal Maharishi Mahesh Yogi, riguardante la mediazione trascendentale.
Fine… continua.
A cura di Alessandro Poletti – Foto Getty Image
Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui