Il Natale si avvicina. Per le vie della città è tutto un luccichio. Cesena si prepara alla festa dell’anno. L’atmosfera che si respira è di pace per gli adulti, mentre per i bambini si riapre il grande libro di Babbo Natale, dei regali.Non è diverso nel calcio, qualcosa cambia anche nei giocatori che si abbracciano negli spogliatoi prima di scendere in campo. C’è la volontà in tutti di dare il massimo, di emergere, di vincere contro l’avversario con grande rispetto. Ecco, i bianconeri sono chiamati nelle tre partite casalinghe prima del 25 dicembre a portare sotto l’abete le rispettive vittorie. Sarebbe il massimo vincerle tutte come ha ribadito il conte De Feudis. Dopo la caduta sul ghiaccio del Matelica, adesso il cavalluccio ha la grandissima opportunità di andare in vetta per poi disputare un girone di ritorno da assoluto protagonista.
Il primo ostacolo che la squadra di Angelini dovrà superare è quella Vastese che francamente sulla carta appare battibile. Cosa leggermente diversa per il Notaresco che arriverà in Romagna solo dopo quattro giorni e che ad inizio stagione è stato costruito per centrare l’alta classifica. Poi ci sarà la vicina trasferta a Castelfidardo e di nuovo al Manuzzi il Giulianova, che chiuderà il girone d’andata con tanto di auguri.
Gare certamente alla portata di una rosa che si è irrobustita con l’arrivo di calciatori di categoria, ma attenzione a non ripetere in fase di conclusione, certi errori paradossalmente evitabili.
La dura legge del campo vige anche per i giganti e non sempre le partite vanno per il verso giusto o sono sempre dalla parte del più forte. Per ottenere risultati importanti oltre ad una buone dose di fortuna, ci vuole pure quel pizzico di peperoncino che aiuta a riscaldare i muscoli.
Sono solo quattro i punti di distacco dalla capolista e sicuramente colmabili, se il Cesena, sul terreno di gioco, entrerà con umiltà, senza dover strafare a tutti i costi.
Sono le cose semplici, i movimenti senza palla, le chiusure in anticipo, l’aggressività a centrocampo, che rendono MAIUSCOLA una squadra. E, poi, il bomber è chiamato a sfondare avvalendosi del fiuto della rete.
Ultimamente si è parlato di pressione nei confronti dei romagnoli che sono chiamati a vincerle tutte davanti ai loro 10.000 tifosi.
Può essere vero, ma non è un prestesto definito.
Proviamo a girare la medaglia pensando ad alcune società che non arrivano ai 1.000 abbonati e alle loro “rose” quasi sfiorite…
Perchè pungono sempre?

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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