Vajont

Sono passati più di 50 anni dalla tragedia del Vajont, ma sembra accaduta appena ieri. Una valanga d’ acqua di proporzioni bibliche ha letteralmente spazzato via un’ intero fondovalle, causando la morte di ben 1.917 persone.

Le cause di questo immane disastro? Semplice, anche all’ora si costruiva dove non si poteva, e infatti la diga idroelettrica del Vajont fu realizzata in una zona non adatta. E così, alla prima piena è venuto giù tutto il castello di carte. Ma stiamo parlando del 1963, è passato più di mezzo secolo, le cose saranno cambiate da allora. Purtroppo no, perchè le persone, in Italia, continuano a perdere le case e nella più triste delle ipotesi, a perdere la vita. A causa della negligenza e del malaffare degli amministratori locali, la gente continuano a crepare sotto litri di acqua e fango. E’ successo in Sardegna, in Liguria, ancora in Veneto e in sud Italia.

Rispetto ad un tempo, in cui le innondazioni erano più gentili e davano il tempo alle persone di rimettersi in piedi, quelle dei tempi moderni se ne infischiano, e colpiscono a cadenza quasi regolare. Ogni anno, all’approssimarsi dell’ autunno, si allagano interi paesi, e migliaia di persone si ritrovano senza niente. La casa tirata su con mille sacrifici, viene spazzata via in un attimo dalla furia dell’ acqua, e a questi poveri cristi non rimane che piangere disperati. Ma la colpa di tutto questo di chi è? Chi ha sulle mani il sangue delle persone che hanno perso la vita per questi disastri naturali? La colpa è della politica, della corruzione, degli appalti irregolari e di chi continua a mangiare sulle spalle della povera gente. Non possono succedere cose così ogni anno e sempre negli stessi posti e con le stesse modalità.

Non abbiamo imparato niente dalla tragedia del Vajont, dallo straripamento dell’ Arno nel 1966, dal terremoto in Irpinia del 1980? A quel tempo mancavano certe tecnologie che oggi avrebbero impedito, almeno, la morte di donne, vecchi e bambini. Ma a i nostri governanti non frega niente, se la gente si muove nel fango per recuperare qualcosa della loro vita. A loro interessano solo i loro interessi (scusate il gioco di parole), e niente di più. Un esempio lampante è stata l’ alluvione di qualche settimana fa a Olbia. Qui il ponte (andato poi distrutto), che aveva fatto da tappo, consentendo la tracimazione dell’ acqua nel novembre 2013, è stato ricostruito allo stesso modo, dopo quell’ avvenimento e indovinate che cosa ha portato tutto ciò? A un’ altra alluvione, creando nuovamente lo stesso tappo. Si dice che sbagliare è umano, ma in questo cosa la perseveranza sta assumendo un tratto più che diabolico. La colpa è dell’ uomo, della smania di cementificare di tutto e di più. Infatti, non esistono più le mezze stagioni a causa del buco dell’ozono, creato dall’inquinamento, a sua volta creato dall’uomo. Chi è causa del suo mal pianga se stesso e in questo caso noi tutti dobbiamo fare un grande mea culpa.

Non aver rispettato la natura, in questi secoli, ci sta costando davvero caro e gli ultimi disastri lo stanno a confermare. Non possiamo fare altro che darci una calmata e capire come poter andare d’ accordo con madre natura, rispettando di più i suoi spazi e ringraziandola per tutto quello che ci ha dato e continuerà a dare. Per quanto riguarda questi politicanti da due soldi, ce li dobbiamo tenere, purtroppo. Continueranno a commettere errori grandi come una casa e spesso e volentieri lo faranno apposta, ma per cento cattivi amministratori ce ne sarà sempre uno onesto e lavoratore. Auspichiamoci che il numero cresca e che questi episodi possano capitare il meno possibile.

A cura di Nicola Luccarelli

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