Ombre e Luce
Era una mattina di novembre, l’aria era frizzante e nel mercato cittadino si respirava l’odore delle castagne arrostite. Bianca, una donna di quarant’anni, camminava tra le bancarelle parlando con le venditrici, un gruppo di donne forti che si sostenevano a vicenda con sorrisi e storie di vita.
Ma quella giornata non era come le altre. Il 25novembre, per Bianca, era un giorno di riflessione, di dolore e di gioia. Mentre raccoglieva foglie secche da terra, il suo pensiero andava a Teresa, la sua migliore amica, che qualche anno prima aveva trovato il coraggio di denunciare il marito violento. Teresa aveva affrontato il buio della violenza e, come una fenice, era risorta, pronta a ricostruire la propria vita.
“Vedi, Bianca,” diceva spesso Teresa, “la violenza ti toglie la voce, ma una volta ritrovata puoi urlare più forte di ogni dolore.” E Bianca, in quelle parole, trovava forza. Decise che quel giorno sarebbe stata la voce di tutte le donne che non avevano avuto la possibilità di parlare. Sulle note di una canzone popolare, si fece strada tra la gente, fermandosi di fronte alla piazza principale, dove un grande striscione rosso chiedeva “Stop alla violenza contro le donne”.
Iniziò a recitare un monologo, così come avrebbe fatto Franca Rame, la sua anima “ribelle”. Raccontò le sue esperienze, quelle di Teresa e di tante altre donne che avevano resistito, lottato e talvolta perso. La sua voce, tremante ma decisa, echeggiava tra i presenti mentre i passanti si fermavano, incuriositi.
“Ogni segno sul nostro corpo è un racconto,” disse. “Ogni cicatrice nasconde una storia di sopravvivenza.” A quel punto, il suo pubblico si allargò, e una giovane donna si fece avanti, condividendo la sua storia di abusi. Bianca l’abbracciò, e altre donne si unirono a loro, creando un cerchio di solidarietà.
Le urla silenziose di chi non poteva parlare si trasformarono in una melodia collettiva, una sinfonia di speranza. Da quelle voci emerse una promessa: continuare a lottare per un mondo in cui ogni donna potesse sentirsi al sicuro, una promessa di cambiamento.
Quel giorno Bianca non aveva solo protestato. Aveva piantato semi di resistenza e cura. Intorno a loro, le foglie danzavano nell’aria, portando via il peso del dolore e accogliendo la luce di un futuro nuovo.
E quando il sole iniziò a tramontare, tingendo il cielo di arancione, Bianca sapeva che la battaglia contro la violenza non era finita, ma in quel momento, insieme alle sue sorelle, aveva acceso una scintilla di speranza.
Perché ogni anno, quel 25 novembre, non era solo un giorno di commemorazione, ma un inizio: un canto per tutte le donne, una celebrazione della loro forza, un richiamo per un cambiamento reale.
Alla data odierna, relativamente al periodo 1° gennaio – 17 novembre 2024, dall’ultimo report del Ministero dell’Interno sono stati registrati 269 omicidi, con 98 vittime donne, di cui 84 uccise in ambitofamiliare/affettivo; di queste, 51 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner.
IN PIEDI, SIGNORI, DAVANTI AD UNA DONNA
di William Jean Bertozzo (monologo tratto dall’adattamento del “Don Chisciotte” di Cervantes)
Per tutte le violenze
consumate su di lei
Per tutte le umiliazioni che ha subito, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato,
per l’ignoranza in cui l’avete lasciata,
per la libertà che le avete negato,
per la bocca che le avete tappato
Per le ali che le avete tagliato, per tutto questo in piedi, Signori, davanti ad una Donna!
E non bastasse questo inchinatevi ogni volta che vi guarda l’anima, perché Lei la sa vedere, perché Lei sa farla cantare.
In piedi, Signori, ogni volta che vi accarezza una mano, ogni volta che vi asciuga le lacrime come foste i suoi figli e quando vi aspetta, anche se Lei vorrebbe correre.
In piedi, sempre in piedi, miei Signori quando entra nella stanza e suona l’amore! e quando vi nasconde il dolore e la solitudine e il bisogno terribile di essere amata.
Non provate ad allungare la vostra mano per aiutarla quando Lei crolla sotto il peso del mondo.
Non ha bisogno della vostra compassione.
Ha bisogno che voi vi sediate in terra vicino a Lei e che aspettiate che il cuore calmi il battito, che la paura scompaia, che tutto il mondo riprenda a girare tranquillo, e sarà sempre Lei ad alzarsi per prima e a darvi la mano per tirarvi su in modo da avvicinarvi al cielo
In quel cielo alto dove la sua anima vive, e da dove, Signori, non la strapperete mai.
A cura di Marco Benazzi editorialista – Foto ImagoEconomica