Neve dimezzata sulle Alpi, laghi e fiumi in forte sofferenza, quasi in secca come la scorsa estate, corsi d’acqua che hanno raggiunto uno stato di severità idrica “media” in tre delle sette autorità di distretto del Fiume Po, dell’Appennino settentrionale e dell’Appennino centrale.

È il quadro delineato da Legambiente che reputa “preoccupante la carenza di neve, con il 53% in meno sull’arco alpino, e in particolare il bacino del Po, con un deficit del 61%”, secondo i dati di Cima Research Foundation.

L’associazione ambientalista ha lanciato un appello al governo Meloni, indicando le priorità per una strategia nazionale idrica.

Legambiente pensa ad una strategia strutturata in otto punti, con interventi di breve, medio e lungo periodo che favoriscano da una parte l’adattamento ai cambiamenti climatici, e dall’altro permettano di ridurre da subito i prelievi di acqua evitandone anche gli sprechi.

A partire dai prossimi mesi, infatti, spiega l’associazione, “la domanda di acqua per uso agricolo si aggiungerà agli attuali usi civili e industriali che sono già in sofferenza e il fabbisogno idrico nazionale sarà insostenibile rispetto alla reale disponibilità“.

A cura di Claudio Piselli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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