GENERALE PASQUALE ANGELOSANTO SULLO SFONDO MATTEO MESSINA DENARO MAFIOSO

I carabinieri del Ros hanno arrestato, con l’accusa di associazione mafiosa, Andrea Bonafede, il geometra di Campobello di Mazara che avrebbe prestato l’identità al boss Matteo Messina Denaro. L’uomo, al momento dell’arresto, si trovava a casa della sorella

Per il giudice Messina Denaro usò “l’identità fornitagli da Bonafede certamente già in occasione del primo intervento chirurgico, subito il 13 novembre 2020“, scrive nell’ordinanza di custodia cautelare. Il gip di Palermo, Alfredo Montalto precisa. “Non è, inoltre, di certo minimamente credibile che il latitante notoriamente più pericoloso e più ricercato d’Italia” si sia” ad un certo momento affidato ad un soggetto occasionalmente incontrato, non affiliato e che non vedeva da moltissimi anni, per coprire la sua identità, soprattutto nel momento in cui aveva necessità di entrare in contatto con strutture pubbliche sanitarie (con conseguente elevato rischio di essere individuato come in effetti è poi avvenuto il 16 gennaio 2023), oltre che per acquistare l’immobile ove per un periodo di almeno sei mesi e fino all’arresto ha poi dimorato“.

Oltre a consegnare all’ex latitante la sua carta d’identità e a dargli la tessera sanitaria necessaria per le terapie e le visite mediche, Bonafede ha acquistato – per sua stessa ammissione – la casa di Campobello di Mazara in cui Messina Denaro ha trascorso l’ultimo periodo della latitanza, gli ha dato il bancomat permettendogli di fare delle spese e gli ha fatto comprare la Giulietta sulla quale viaggiava. La macchina, acquistata un anno fa personalmente dal padrino in una concessionaria di Palermo, formalmente era intestata alla madre di Bonafede. E sempre alla madre del geometra, una disabile di 87 anni, era intestata la Fiat 500 data in permuta per l’acquisto della Giulietta.

A cura di Elisabetta Turci – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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