Ornella Vanoni e Iva Zanicchi hanno fatto la storia della musica italiana

Guerrino “Fletcher” Pavoletti era il comandante della più scalcagnata orchestra da ballo romagnola che abbia mai calcato i palchi delle feste paesane e di partito del post Falce e Tortello.

In gioventù aveva frequentato il primo corso della Scuola di Croupier nella sede di Abano Terme e, dopo aver svolto la professione per una decina di anni in svariati Casinò europei, grazie alle mance da capogiro che i vincitori gli lasciavano sul tavolo verde, mise da parte il tesoretto che gli consentì di realizzare il sogno di una vita: fondare un’orchestra di Liscio.

Era il novembre del 2001 e per reclutare i vari componenti, decise di investire sul volantinaggio aereo, realizzando personalmente il volantino in oggetto, impreziosito dal logo che avrebbe identificato l’orchestra, il “Bounty”, la più celebre nave mercantile che abbia mai solcato i mari. L’idea gli venne quando, immobilizzato a letto a causa di una dolorosa frattura al coccige, un amico libraio gli portò una copia del libro “I ribelli del Bounty” di Jules Verne.

Da subito si immedesimò nel personaggio del guardiamarina Fletcher Christian, l’uomo che guidò il celebre ammutinamento. E il nome dell’orchestra era presto fatto: “Fletcher e gli ammutinati del Bounty”. La pioggia di volantini interessò un’ampia fascia di Riviera Romagnola ma alle audizioni si presentarono solo in cinque. La crisi nel settore e i nuovi gusti musicali, cominciavano una lenta trasformazione con l’avvento delle nuove orchestre spettacolo le quali proponevano repertori molto vasti composti da: liscio, musica leggera italiana, disco-music, balli di gruppo, balli latino-americani. È inutile sottolineare che i cinque selezionati superarono l’esame a pieni voti.

Al Sax Tenore, Filippa “Phil” Oderzo, geometra pugliese di origine e con un passato da impiegata al Catasto, millantava di aver suonato il solo di Sax al fianco di Billy Joel in “Just the way you are”; alle tastiere Enrico “Keith” Salvadori, a suo dire, l’unico pianista romagnolo, era nato a Montilgallo, in grado di suonare “Honky Tonk Train Blues” ascoltando in cuffia Toto Cutugno; agli strumenti ad arco Christian “Ponty” Merelli, torinese e torinista trapiantato dall’età di dieci anni ad Avranches in Normandia, dove pare avesse convissuto con un cugino del celere violinista jazz Jean Luc Ponty; Sergio “Jaco” Maltoni, un bassista che venerava Jaco Pastorius al punto tale da suonare, come lui, solo con un basso elettrico fretless sostenendo pure di esserne la sua reincarnazione; Franco Lupertini, un chitarrista virtuoso che gli amici del Circolo del Jazz di Viranello avevano soprannominato Django in onore di “Django Reinhardt”, il quale vinse un premio internazionale per una storica esecuzione di “Dueling Banjos” in coppia con l’immenso “Tony Trischka“.

Voce solista, flauto dolce, Fisarmonica e pettine con carta velina, Guerrino “Fletcher” Pavoletti, un polistrumentista con una voce graffiante come una matita spuntata. Io fui coinvolto come giovane tecnico addetto alle luci per via di una mezza parentela con la Lorella, la compagna di Fletcher alla quale, a volte, veniva chiesto di esibirsi in canzoni del repertorio della Vanoni e della Zanicchi. La tournée, partì a fine giugno del 2002 da Cesena ma purtroppo durò per solo cinque date, una sera di fine luglio, a Ribaltino di sopra, il Brigantino attraccò per l’ultima volta al porto.

Era domenica, 28 luglio 2002 e l’intero gruppo orchestrale, di ritorno dalla serata al “Pit a Pat”, cadde vittima di un “abduction”, un sequestro di essere umani da parte di alieni, e di loro non si seppe più nulla fino a tre giorni fa quando, sulla piattaforma TicketOne, sono stati messi in vendita biglietti per la tournée che segna la reunion del gruppo, prima data giovedì, 28 luglio 2022 alla “Casa della Musica” a Sprinazzolo sul Sercio. Io, che sono curioso come una scimmia, l’ho acquistato.

A cura di Marco Benazzi – Foto Repertorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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