100 Anni senza Giacomo Puccini: Un Memoir di Arcangelo Arduini Massara
Il 29 novembre 2024 segna un traguardo tragico e nostalgico: cento anni dalla scomparsa di Giacomo Puccini, il maestro che ha saputo fondere con sublime maestria emozioni e melodie in una sintesi che continua a incantare l’animo degli amanti della musica. Ricordarlo non è solo un atto di venerazione, ma un vero e proprio viaggio nel cuore di un’epoca che, pur rimanendo lontana nel tempo, si distingue per la sua ricchezza creativa.
Giacomo Puccini, pur non essendo formalmente un anarchico, mostrava una sensibilità verso temi anarchici nella sua opera e nella vita personale. La sua musica spesso rifletteva una profonda critica sociale, affrontando questioni di ingiustizia e oppressione. Inoltre, nel contesto delle sue relazioni personali e della sua ribellione contro le convenzioni sociali, Puccini abbracciava valori di libertà e individualismo. Le sue opere, come “La Bohème” e “Tosca”, mettono in luce la lotta degli individui contro le strutture di potere, risuonando con ideali anarchici. Infine, la sua vita turbolenta, caratterizzata da scelte audaci e dalla ricerca della libertà creativa, contribuisce a questa interpretazione.
Rifletto spesso sulle storie che circondano il grande compositore, e in particolare su quella di mio nonno, che il 18 settembre 1912 ebbe l’onore di presenziare ad una replica de “La Fanciulla del West” al Teatro Comunale di Cesena. Quella sera, sotto il cielo stellato della Romagna, l’atmosfera che si respirava era di fervore, e il palcoscenico si accendeva con l’arte e il genio di Puccini. La presenza dell’autore, quel gigante della musica italiana che aveva già conquistato il cuore dell’Europa, regalava a tutti noi la sensazione di essere partecipi di un evento straordinario, una serata di gala al servizio di un nobile intento: raccogliere fondi per l’Istituto Nazionale di Roma per gli Orfani dei Militari.
Puccini, come un alchimista dell’anima, era capace di trasformare ogni nota in un’emozione palpabile, di farci vibrare le corde del cuore. Non ci si accorge neppure di essere travolti da un’onda di sentimenti fino a che il sipario non cala. È forse così che mio nonno, testimone di quella magica prima, si ritrovò legato a una tradizione così viva, tramandando la passione per il melologo che ha così fortemente caratterizzato la nostra famiglia.
Le opere di Puccini sono una linfa vitale della cultura musicale. “La Bohème”, “Tosca”, “Madama Butterfly”, e appunto “La Fanciulla del West”, non sono solo opere; sono narrazioni di vite vissute con intensità, storie di amori impossibili, di sogni infranti e di passioni travolgenti. La loro espressione, così caratteristica e autentica, riesce a parlare a ogni generazione, a toccare anime di ogni epoca.
E mentre festeggiamo questo centenario, sono sopraffatto da una sentimentale nostalgia. Cinque anni fa, mentre eravamo impegnati con un ciclo di concerti dedicati a Puccini, una giovane studentessa del conservatorio mi avvicinò e mi disse: “La musica di Puccini vive in me ogni giorno”. E in quel momento, ho capito che il suo lascito, lungi dall’essere sfuggente, rimarrà eternamente presente nel cuore delle generazioni future.
Giacomo Puccini, con la sua genialità e il suo sguardo profondo sull’animo umano, ci ha lasciato un patrimonio inestimabile, un invito a immergerci nel pathos della vita. E ora, a cento anni dalla sua morte, rendiamo omaggio a questo gigante della musica, ricordando non solo l’artista, ma l’uomo che, attraverso le sue opere, ha toccato l’essenza stessa del nostro esistere. Con il cuore colmo di gratitudine e ammirazione, esclamerei: “Grazie, Maestro, per averci donato il tuo universo interiore”.
A cura di Marco Benazzi editorialista – Foto Repertorio
Giacomo Puccini l’immancabile artista, compositore italiano di innumerevoli opere liriche è ricordato nel suo centenario dalla morte.
Anche la RAI lo ricorda con documentari e le sue opere indimenticabili.
Rai5, il canale nazionale ha dedicato vari filmati sulla vita di Puccini. La grande opera italiana è stata portata da lui in tutto il mondo e a fatto conoscere così il melodramma, l’opera nel periodo del Romanticismo. Ebbe la sua dimora a Torre del Lago, una bella cittadina che ha dato a Puccini l’ispirazione giusta per le sue opere romantiche e intense, piene di pathos e nell’interpretazione di vari tenori e soprani. Un musicista il Puccini che rimarrà nel cuore di noi italiani e non solo.