Questo 1 maggio è pure la festa del lavoro che non c’è, di quello che non si trova più soprattutto per le donne che sono state le più colpite da inizio pandemia. Sono quasi 900 mila gli occupati persi dall’inizio del covid..

E il calo prosegue nei primi mesi dell’anno, con il primo trimestre che vede la scomparsa di 254 mila lavoratori, secondo gli ultimi dati Istat.

“Non possiamo perdere altri posti di lavoro”, dice il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, chiedendo ancora una volta di mantenere il blocco dei licenziamenti per tutte le aziende fino al prossimo autunno. Le nuove statistiche mostrano a che punto siamo su lavoro, Pil e prezzi, a più di un anno dall’inizio dell’emergenza. Il prodotto interno lordo diminuisce ancora nel primo trimestre 2021, dello 0,4% rispetto al quarto trimestre del 2020, ma fa molto meglio della Germania che ha registrato un più drastico -1,7% e anche delle previsioni del governo che – stando a quanto indicato dal ministro dell’Economia Daniele Franco stimava un calo congiunturale dell’1,2%. Su base annua, il Pil ha invece subito una contrazione dell’1,4% rispetto al primo trimestre del 2020 in base ai dati corretti per gli effetti di calendario.

La congiuntura flash indica consumi “pronti a ripartire”, investimenti “in recupero”, export “in risalita accidentata”. E descrive un paese “in linea con l’Europa”, che però procede “a velocità ridotta” mentre il resto del mondo è già ripartito.

A cura di Renato Lolli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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