Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato il nuovo decreto dopo l’annuncio non troppo gradito dalle opposizioni e da Confindustria, perchè arrivato in tarda serata con una inusuale diretta Facebook.
Ma nel decreto, oggi si percepisce, guardando il documento dell’esecutivo che molte attività rimarranno aperte e, così facendo anche i sindacati hanno lanciato una news sulla preoccupazione dei lavoratori. Ma indietro non si torna e saranno dunque ora i prefetti a decidere di sospendere o meno la produzione degli impianti a ciclo continuo

Che cosa resta aperto
Altro punto di rilievo è la chiusura degli studi professionali. Anche su questo fronte il testo lascia ampia libertà ai singoli professionisti. Infatti dal documento emerge che resteranno aperti ad esempio gli studi legali e quelli di ingegneria. Aperti anche i call center, attività finanziarie e assicurative, uffici postali, edicole, ingrosso di carta e agenzie di distribuzione di giornali, riviste e libri, gli alberghi. Insomma di fatto, rispetto alla stretta annunciata dal premier nel corso di una serata concitata come quella di ieri, emergono alcune misure “fin troppo morbide” che di certo non fermeranno gli spostamenti dei lavoratori nelle città per chi deve andare in ufficio o presso gli stabilimenti.
Dallo stop sono escluse badanti e colf. Proseguono le attività anche le filiere determinanti in questo momento come quelle farmaceutiche. Resta in vigore lo stop alle scuole e ai musei. Esclusi anche dalla serata tutti coloro che operano nel settore per le riparazioni di pc e telefonini. Le disposizioni del decreto saranno in vigore dal 23 marzo al 3 aprile.
Le imprese che dovranno bloccare invece la produzione avranno tempo fino al 25 marzo.

La Redazione giornalistica – Foto Marco Iorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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