Cordone sanitario per 56 milioni di persone, 1.300 gli infetti, tredici le città cinesi in quarantena. E mentre il governo di Canberra comunica il primo caso accertato, il contagio è sbarcato in Europa con tre pazienti a Parigi e Bordeaux .

L’Australia conferma il primo caso
Un primo caso del coronavirus è stato confermato in Australia, ultimo Paese in ordine di tempo ad essere raggiunto dal contagio. Il paziente, un uomo sulle cui generalità non sono stati diffusi dettagli, era giunto una settimana fa a Melbourne da Wuhan, la città cinese epicentro dell’epidemia. Secondo il responsabile della sanità pubblica australiana, Brendan Murphy, le autorità dello Stato di Victoria ha applicato “strettamente i protocolli, e messo il paziente in isolamento”. “Il virus ha colpito i polmoni dell’uomo – ha aggiunto l’autorità sanitaria australiana – che al momento è stabile”. Il ministro australiano della Salute, Greg Hunt ha detto che i passeggeri che hanno viaggiato in aereo con il paziente infetto sono stati contattati “per fornire loro informazioni e consigli”.
Anche la Malaysia ha conclamato tre contagi: una donna 66enne e due bambini, di due e 11 anni, ora in condizioni stabili e tenuti in isolamento. I tre erano arrivati nel Paese dalla vicina Singapore e sono parenti di un uomo di 66 anni, proveniente da Wuhan, e suo figlio, entrambi contagiati dallo stesso virus e attualmente in cura nella città-stato.

Il contagio è sbarcato in Europa
Il contagio è sbarcato in Europa con tre casi conclamati in Francia. Un paziente, ricoverato da giovedì in una camera isolata di un ospedale di Bordeaux, avrebbe 48 anni e sarebbe di origini cinesi. Sarebbe appena rientrato dalla Cina, dove è passato da Wuhan, città focolaio del virus. Anche il paziente ricoverato a Parigi sarebbe rientrato da poco dalla Cina. Un terzo caso è stato segnalato nella serata di ieri dal governo francese.

Situazione complicata in Cina
La situazione più complicata però resta in Cina dove i decessi registrati sono saliti a 41. Fra le vittime anche un medico di un ospedale della provincia di Hubei in prima linea contro il virus. Le autorità di Haikou hanno iniziato un’osservazione dei turisti che durerà per i prossimi 14 giorni, in pratica i visitatori provenienti da Hubei, soprattutto quelli che arrivano dalla città di Wuhan, non saranno autorizzati a lasciare gli hotel dove alloggiano per le prossime due settimane. Sei squadre di medici, per un totale di 1.230 dottori sono state inviate a Wuhan (dove è in costruzione un nuovo ospedale) per combattere la diffusione della coronavirus. Lo riferisce la Commissione Nazionale per la Sanità cinese e sul posto si trovano già squadre di medici provenienti da Shanghai e dalla provincia sud-orientale cinese del Guangdong. Tra questi c’è un gruppo di medici e infermieri super-esperti, provenienti all’ospedale di Nanfang, che erano stati in prima linea nella battaglia contro la Sars nel 2003.

Le misure di sicurezza
La Cina tenta di far fronte con tutti i mezzi ad una epidemia che sembra diffondersi a gran velocità, e proprio alla vigilia del Capodanno lunare in cui feste e manifestazioni favoriscono il contagio. Tredici città sono state isolate, chiuse la Grande Muraglia e la Città proibita. Il governo ha allargato il cordone sanitario per contenere la diffusione del misterioso virus: adesso le persone isolate dal resto del mondo, hanno fatto sapere le autorità locali, sono 56 milioni. Secondo quanto comunicato dalle autorità locali le regole includono la chiusura dei collegamenti per il trasporto pubblico e l’accesso alle autostrade nelle città.
La catena di caffetterie Starbucks ha deciso di chiudere tutti i punti vendita e sospendere il servizio di delivery per le festività di Capodanno nella provincia dello Hubei, dove si trova Wuhan. Una decisione presa sulla base di preoccupazioni riguardanti la salute di impiegati a clienti, secondo quanto comunicato su Weibo, la piattaforma social più utilizzata in Cina, dallo stesso gruppo.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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