“Cento giorni, cento ore, cento minuti …”, si lo so, non sono cento ma qualcuno di meno i giorni che sono serviti per quello che sembra prosaicamente “il grande bluff” del nuovo che avanza e tra virgole, punti, punti e virgola, due punti, fa diventare i fratelli Capone (Totò e De Filippo di “Malafemmina”) dei politici di gran lunga più affidabili e capaci di risolvere le questioni, di quelli usciti vincenti dalle urne il 4 marzo, così come di coloro che li hanno preceduti negli ultimi lustri della storia italiana!

Certo c’è chi mette i bastoni tra le ruote e usa il famigerato spread (ma in quanti sanno davvero cos’è e cosa significa un aumento sconsiderato del medesimo?) a mo’ di clava, ma sarebbe anche ora di vestirci di un minimo di serietà e smetterla di trovare sempre scuse e capri espiatori per giustificare le nostre manchevolezze, la nostra superficialità ed il pressapochismo di cui abbondiamo.
D’altra parte siamo fatti così, in tutto, e la politica non è diversa dal calcio, tanto per trovare un argomento di cui ne so un pochino di più, perché promesse tante e fatti pochi! Ad agosto sono in dieci a vincere lo Scudetto e nessuno retrocederà, sicuramente, mentre in politica ci parlano di spendere a destra e sinistra ma non di dove andremo a prendere i soldi!

Che poi ci crediamo è un’altra cosa, ma siccome siamo abituati ad andare dietro a chi la grida più forte e la spara più grossa, dov’è la novità? Abbiamo un debito pubblico che solo in parte è nelle nostre mani e che da un giorno all’altro potrebbe portarci alla rovina e noi cosa facciamo? Vogliamo che ce ne abbonino una parte e ci incavoliamo pure se i nostri creditori vanno fuori dai gangheri e ci attaccano!

Nella vita di tutti i giorni quanto può durare l’andare a fare la spesa a credito e non pagare mai il salumiere, il panettiere, il lattaio ed il macellaio? E la soluzione è dire se vuoi i soldi accontentati di prenderne solo una parte? E se fossimo noi il panettiere ecc. ecc.?
Pochi giorni fa, mastro Salvini ha tuonato contro la diminuzione dei fondi per gli agricoltori italiani, suscitando il solito risentimento nazionale verso l’Europa cattiva, ma chi si è accorto che subito si è scesi dal cavallo facendo finta di nulla e lasciando morire l’argomento? Quanti hanno approfondito l’argomento fondi UE o anche solo cercato la notizia per capire di cosa si trattava?
Bene, in realtà la famigerata UE ha deciso di cambiare taluni parametri di aiuto, favorendo ad esempio la ricerca, la sicurezza a discapito di altri in questo momento meno pregnanti e preoccupanti non solo a livello politico.

E’ anche successo, ma questo non ce hanno raccontato, che sempre la UE abbia rivisto il totale dei fondi assegnati ad ogni paese, ragione per cui Polonia ed Ungheria avranno il 25% in meno degli aiuti, mentre Grecia, Spagna ed Italia vedranno aumentate le loro assegnazioni in termini più o meno vicini al 5%, alla faccia dell’avversione europea!

Che poi finiamo per essere multati perché questi fondi non li usiamo è ancora un altro paio di maniche ed allora se di nuovo vogliamo parlare perché non scriviamo di deburocratizzare il sistema e rendere snella ed efficiente la macchina dello stato invece di promettere assistenzialismo e proporre contratti di governo in cui si riempiono pagine inutili e dannose per l’oggi ed il domani nostro e dei nostri figli?
In Europa c’è già chi ha preso la nostra strada e noi invece di migliorare cosa facciamo, li copiamo? L’Esempio della Grecia non serve davvero per capire ed attuare ciò che bisogna o non bisogna fare? E se arriviamo a farci dare lezione anche dagli spagnoli siamo davvero in grado di uscire dall’Euro e camminare con le nostre forze?
Non sono un politico e non me ne frega chi vince e chi governa, anche perché invece di una divisione verticale dei seggi mi pare che il Parlamento sia ormai uguale alla platea di un teatro, tanto c’è più gente che ha cambiato bandiera di quella rimasta in linea con quanto detto al servizio del popolo, ce n’è di più che cambia le carte in tavola e si contraddice ad ogni piè sospinto di quelli che parlano tre volte ed esprimono sempre la medesima idea.

Non sono un politico ma ne ho piene le tasche di farmi prendere per i fondelli e se vogliono farmi credere che il nuovo è un contratto che qualunque persona passi per la strada avrebbe scritto meglio e con maggior concretezza, se vogliono farmi credere che lavorano per il bene dell’Italia e degli italiani, beh, bisogna che le azioni siano diverse e volte davvero al bene del paese.

Chiunque sia, di qualsiasi colore, va stimato ed appoggiato se ciò che propone, quello che vuole attuare, è concreto e realizzabile non con le parole ma con i fatti, altro che il professor curriculum e l’attaccarsi sul nome ed una poltrona per far saltare il banco e ricominciare tutto d’accapo, tanto un colpevole lo si trova sempre, basta gridare forte, magari sui social per poi indossare la cravatta ed i buoni modi quando si va in TV dal conduttore compiacente!

Il presente è difficile, complicato, ma il futuro per essere migliore può e deve passare per l’uscita dall’Europa? In Inghilterra lo hanno fatto, accorgendosi il giorno dopo il voto che gli avevano raccontato un sacco di fregnacce e fatto promesse che mai sarebbero divenute realtà, noi vogliamo la stessa cosa?
Nulla è facile al giorno d’oggi e molto andrebbe ed andrà certamente rivisto nell’ambito dell’unione europea, ma per farlo invece di urla e minacce servono volontà e serietà; saremo capaci di trovarle?

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Iorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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