A dire la verità, l’animale e un toro, anzi il Toro, invece di un gatto, quello che da oggi si ritrova tra le mani Moreno Longo, neo allenatore dei granata, dopo la rescissione consensuale raggiunta tra la Società e l’ex mister Mazzarri.
Conosco Moreno sin da quando “mordeva” l’erba nelle giovanili toriniste, il suo esordio in prima squadra e poi le belle cose fatte da allenatore di Allievi e Primavera, con cui ha conquistato Scudetto (finalista anche l’anno precedente) e la Super Coppa di categoria.

Una volta decisori di fare il salto tra i professionisti, il suo sogno, la sua ambizione, è sempre stata quella di tornare in granata per allenare la prima squadra, sogno che oggi si avvera e per coronare il quale ha accettato un contratto di pochi mesi, sino al solo 30 giugno.

Se, come si legge, Longo sarà solo un traghettatore, ce lo dirà il tempo, ma credo che da parte di Moreno, l’ambizione sia quella di dimostrare il valere la conferma anche al di là della data fissata.
È sicuramente preparato e ricco di idee il neo allenatore del Toro, già avanti rispetto ai colleghi quando ancora allenava nel settore giovanile, ma con metodi professionistici, che hanno permesso di ottenere risultati che al Toro mancavano da oltre vent’anni.

Rispetto al suo predecessore, Longo parte con un grande vantaggio, cioè, la vicinanza della tifoseria, e con lui che è un “martello” molto esigente, i calciatori perderanno l’alibi della contestazione a presidente (che resta comunque immutata) ed allenatore; da oggi chi in campo non si impegna, gioca “contro”, sarà immediatamente smascherato.
Ho già scritto che nell’attuale situazione nessuno è esente da colpe, e sono fermamente convinto che il problema vero sia dentro lo spogliatoio granata, con una disgregazione che ha avuto origine poco dopo l’inizio della stagione e che le cause siano più d’una e non solo di questione economica.

Fuori il “reietto” Mazzarri e dentro il figliol prodigo Longo, vedremo cosa succede e come evolverà la situazione; facendo una sola considerazione, prendere sei reti e regalare sei punti al Lecce non è roba da professionisti degni di chiamarsi tali e mi auguro vivamente che chiunque sieda sulla panchina granata, si parta da questo per allestire la rosa della prossima stagione.
Auguri Moreno, ne avrai bisogno, e sono certo che se non sarà un successo questo tuo periodo granata, sarai l’unico a non averne colpa.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Lapresse

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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