biscottoni

“Paese che vai, tradizione che trovi”, e in Germania il Natale inizia davvero presto: l’11 novembre, il giorno di San Martino.

Durante questa particolare giornata, vengono costruite delle lanterne che verranno portate in processione dai bambini, per illuminare così la strada del santo. Esattamente dal primo dicembre, nelle camerette dei più piccoli, viene affisso il calendario dell’Avvento: ogni giorno i bambini aprono una finestrella del calendario e promettono di compiere una buona azione.

Altra tradizione radicata nei territori tedeschi è quella della corona dell’Avvento; quest’ultima è una corona di rami d’abete decorata con quattro candele: ogni domenica di Avvento se ne accende una nuova, in modo che a Natale risplendano tutte e quattro.

Poi, il 6 dicembre, San Nicola porta ai bimbi il cioccolato e alcuni dolci speziati come i Lebkuchen o i Christollen. Il 24 dicembre arriva invece Gesù Bambino, che porta i doni di Natale.

Negli ultimi trent’anni del XIX secolo, l’albero di Natale è diventato anche in Germania un simbolo irrinunciabile. Piccola curiosità: secondo la tradizione, l’albero natalizio dovrebbe rappresentare l’albero della conoscenza bibblico, mentre la decorazione e i dolci appesi sarebbero i frutti proibiti.

In Baviera troviamo poi una consuetudine davvero particolare: le “Klöpfelnächte”, ovvero le “notti delle bussate”. I tre giovedì prima di Natale, i bambini si vestono da pastori e bussano alle porte. Quando gli viene aperto, i piccoli ricompensano i proprietari delle case cantando canzoni e invocando benedizioni su di loro per la raccolta ventura e per la casa. In compenso, ricevono un piccolo dono.

E il pranzo natalizio? Sulle tavole tedesche arriva il maialetto arrosto, le salsicce bianche, il der Christstollen (un ottimo pane alle noci, uva sultanina, limone e frutta secca), il das Christbaumgebäck, il celebre dolce a forma di albero di Natale, i der Lebkuchen (grossi biscottoni allo zenzero), e le note brioches di marzapane e frutta das Marzipan e der Dresdner Stollen.

A cura di Silvia Pari

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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