C’è voluto l’arrivo a San Giovanni Rotondo, città di San Pio, per rivedere dopo tre anni un italiano in maglia rosa, dopo il Vincenzo Nibali vincitore del Giro 2016 e ben dieci stranieri a passarsi il segno di capoclassifica della corsa a tappe ciclistica nazionale.
E’ Valerio Conti, ventiseienne della UAE, ad essere balzato al comando della classifica generale al termine dei 238 chilometri che hanno portato la carovana rosa da Cassino al centro pugliese; c’è voluta una fuga partita da lontano e formata inizialmente da tredici corridori perché cambiasse, dopo cinque giorni, il leader di questo Giro bagnatissimo vista la tanta pioggia che ha accompagnato la corsa, cinque giorni in cui gli arrivi adatti ai velocisti, molto più di Roglic, avevano di fatto bloccato ogni tentativo di fuga.
Sul traguardo di San Giovanni Rotondo è passato per primo un altro italiano, Fausto Masnada, dell’Androni Giocattoli-Sidermec, che sulla salita di Coppa Casarinelle, non difficile ma lunga, ha lasciato il resto della compagnia, seguito solo da Conti; i due hanno lavorato in perfetto accordo e sono arrivati insieme alla fine, dove appunto Masnada ha vinto la tappa e Conti vestito la maglia rosa.

Distacchi vari, entro poco più di due minuti, per altri dieci dei fuggitivi di giornata, mentre il gruppo con la maglia rosa e tutti i migliori è arrivato dopo oltre sette minuti, con non troppa preoccupazione dei maggiori favoriti di essere oggi a cinque/sei minuti dalla testa della corsa; d’altra parte le difficoltà devono ancora arrivare e per chi punta al traguardo di Verona è bene fare meno fatica possibile ed altrettanto farla fare ai propri compagni.
Ciò non scalfisce però la gioia di Conti e Masnada, ragazzi giovani che non hanno ancora espresso del tutto il loro valore, ma possono trarre dall’impresa odierna maggior forza e morale, perché in questi primi giorni di corsa le formazioni ed i corridori italiani sono stati protagonisti, anche se poi quella di Masnada è la prima vittoria di un azzurro.
Il Giro è partito forte e le tappe sono sempre state caratterizzate da lunghe fughe e da tanta battaglia; purtroppo le condizioni metereologiche avverse non hanno dato una mano ai corridori ed anzi causato numerose cadute, in una delle quali è stato coinvolto uno dei grandi favoriti, l’olandese Tom Dumoulin, che ha dovuto abbandonare suo malgrado la corsa rosa, che ha vinto nel 2017 ed è giunto secondo nella scorsa edizione.

E’ un peccato davvero il ritiro di Dumoulin, venuto al Giro con grandi ambizioni e che alla corsa rosa aveva voluto partecipare a tutti i costi, rinunciando inizialmente persino al Tour de France, che a questo punto diventerà invece l’obiettivo di stagione; uno come l’olandese era in grado senza alcun dubbio di rendere la corsa ancora più entusiasmante, essendo bravo su tutti i terreni e con una squadra forte e formata per supportarlo al meglio.

Per un favorito costretto anzitempo a tornare a casa, ne restano in corsa altri che hanno già dimostrato che l’edizione 102 del Giro non vivrà certo delle pochissime emozioni e dei piazzamenti di ottimi “succhiaruote”, come in alcune delle apparizioni più recenti; inoltre non pare esserci al momento una formazione superiore alle altre, come nel caso della Sky (ora Ineos), capace, grazie anche al budget finanziario, di bloccare la corsa in attesa dello scattino del proprio capitano/vincitore designato.
Il Giro d’Italia è alle prime battute, tra fughe e tanta pioggia, tra cadute e tappe in mezzo ad un territorio davvero bellissimo, tra ritiri eccellenti e giovani che vogliono emergere e non hanno paura di fare tanta, tantissima fatica; lo spettacolo è appena iniziato e davanti c’è tanta strada da fare, ai corridori renderlo appassionante ed incerto sino alla fine.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Valerio Conti nella fotografia di Patrizia Ferro

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui