E’ morto Dario Fo. Un grande della storia e letteratura italiana ci ha lasciati. Un interprete senza eguali del nostro tempo, dell’Italia e del mondo. Fo (classe 1926), è stato attore, regista, sceneggiatore, drammaturgo, pittore, scrittore, scenografo, illustratore, attivista e Premio Nobel della Letteratura nel 1997. Uomo di spettacolo, che è cresciuto nell’Italia del dopoguerra, martoriata dai bombardamenti, ma vogliosa di ricominciare a vivere, di tornare a ridere.

Giullare, buffo, camaleonte, farsesco, istrionico o più semplicemente interprete del tempo passato, presente e futuro. Inseparabile compagno di Franca Rame (scomparsa di recente), ma anche interprete di ‘Mistero Buffo’, ‘Morte accidentale di un anarchico’ e altre rappresentazioni più impegnate come ‘Il Papa e la Strega’. Oppure le storie dialettali della val padana, come ‘Johan Padan a la descoverda de le Americhe’. Insomma, di tutto e di più.

Un uomo di spettacolo, di teatro, di vita e in qualche modo anche di politica. Intellettuale acuto, ma soprattutto acuto osservatore degli usi e dei costumi degli italiani di un tempo e di quelli di oggi. Le sue opere rimarranno nell’immaginario collettivo come pilastri della nostra esistenza. Personaggi del calibro di Dario Fo, nascono una volta ogni cento anni e purtroppo riconosciamo la loro grandezza quando non ci sono più.

Una volta che lasciano la scena, che il sipario si chiude, partono gli applausi, il pubblico si congratula con il protagonista, volano rose da ogni parte. Ma, in questo caso, Dario Fo non è rientrato in scena a prendersi i giusti riconoscimenti, a fare l’inchino e a ringraziare il suo pubblico. Noi aspetteremo e continueremo ad aspettare che rientri per molti anni ancora.

Forse, in questo momento sarà lassù, da qualche parte, a ridere e a far ridere, a spiegare le cose, a mettere in piedi qualche rappresentazione. Oppure sarà insieme a sua moglie a disquisire sulla loro vita insieme (si erano sposati nel 1954) e avevano avuto un figlio Jacopo che ora si ritrova solo, ma con un bagaglio culturale e di vita che non ha eguali. Eh sì, perché essere figlio di questo o quel personaggio famoso può essere pesante ma essere il figlio di Dario Fo, non può che arricchire.

Siamo felici di essere stati testimoni della tua onestà intellettuale e ti diciamo “addio” con il sorriso sulle labbra, senza drammi, come tu, forse, avresti voluto. Addio Fo, buon viaggio!

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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