E’ duello totale tra Italia e Ue sui conti pubblici. Il premier Conte ribadisce che ‘dobbiamo riuscire ad evitare la procedura, confido in una soluzione’. Il capo del Governo, che ha avuto un lungo colloquio con Macron, Merkel ed il lussemburghese Bettel, sottolinea di attendersi ‘fair play’ dalla Commissione Ue uscente verso l’Italia e sostiene che la richiesta di una manovra correttiva sarebbe ‘ingiusta e inaccettabile’.

Quello sulla procedura “è un negoziato molto complesso e difficile, non ho mai pensato che ci fosse una strada spianata, anzi mi sono anche meravigliato che a fine anno c’era una particolare sensibilità da parte della pubblica opinione, oggi sembra esserci una valutazione di strada spianata”. Lo afferma il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa al termine del Consiglio Ue. “L’obiettivo è di condurre in porto il negoziato, siamo in una fase in cui vi invito a non isolare singole considerazioni”, aggiunge.

“Se la domanda è avete raggiunto un accordo sulle nomine la risposta è non ancora”. Lo afferma il premier al termine del consiglio Ue a chi gli chiede se anche alla luce degli incontri durati fino alle prime ore del mattino con gli altri leader europei si sia raggiunto un accordo sulle nomine.

La cancelliera Angela Merkel ha detto di aver parlato con il premier Giuseppe Conte, ma non della procedura d’infrazione contro l’Italia. Lo ha reso noto alla conferenza stampa alla fine del vertice europeo rispondendo ad una domanda dei giornalisti.

Al termine della prima giornata del Consiglio europeo restano le divergenze tra Italia e la Commissione Ue sulle stime sui conti pubblici. La trattativa del premier Giuseppe Conte, che nel corso della giornata ha avuto diversi colloqui informali con i leader Ue, resta in salita e a tarda sera resta nel governo italiano la preoccupazione per la riuscita del negoziato. Con la convinzione che le stime della Commissione sui conti e sul deficit italiano siano lontane da quelle reali sui cui si basa la posizione italiana.

E’ duello totale tra Italia e Ue sui conti pubblici. La trattativa con l’Europa parte in salita, con il governo molto preoccupato per i futuri passi sulla procedura e fermo nel contestare le stime della Commissione che ritiene lontane dalla realtà. L’Italia non arriva a Bruxelles “a mani vuote”, precisa il premier Giuseppe Conte appena atterrato nella capitale belga per il vertice europeo. Ma poi, dopo i colloqui avuti a margine del Consiglio, esprime il timore sull’esito del negoziato e cerca un ultimo contatto con Merkel per cercare una via d’uscita.
Sul tavolo i leader Ue non hanno solo il complicato risiko di nomine delle nuove istituzioni ma anche la lettera con cui Conte assicura che l’Italia non intende “sottrarsi ai vincoli europei”, e con cui annuncia che grazie a più entrate e meno spese raggiungerà gli obiettivi di deficit. Il premier porta alla Ue un tesoretto di almeno cinque miliardi, capace di frenare la corsa del deficit 2019 al 2,1%, invece del 2,5% previsto dalla Commissione Ue. Senza un compromesso politico, però, potrebbero non bastare perché Bruxelles chiede un aggiustamento più ampio. Conte gioca anche su un altro terreno, più politico, mettendo in discussione le regole che considera sbagliate e controproducenti, “come dimostra il caso della Grecia”.

Ma Bruxelles non è disposta a seguire l’Italia in questa partita: “Lavoriamo per evitare la procedura, ma non lo si fa attraverso commenti sulle regole”, ha avvertito il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici. Il premier spiega che nella trattativa con l’Ue c’è “un binario tecnico” e un “binario politico”. Ed è su questo secondo punto che critica “un patto di stabilità e crescita che è molta stabilità e poca crescita”, proponendo di “invertire” la situazione. La sua lettera “contiene un messaggio politico chiaro. Non vuole dire che non rispettiamo le regole, finché non cambiano sono queste”.

Ma chiede di rivederle, tanto che per l’Italia il “candidato ideale” alla presidenza della Commissione è “quello che si predispone” a rivedere un sistema “controproducente”, che ha contribuito ad “allontanare le istituzioni europee dalle tante periferie”. Per ora però, chiarisce Moscovici, non bisogna perdere tempo a parlare di modifiche a norme concordate da tutti, ma occorre lavorare per evitare la procedura per debito eccessivo. L’iter è partito, e va interrotto prima del 2 luglio possibilmente, giorno in cui la Commissione potrebbe adottare la raccomandazione di apertura della procedura che poi l’Ecofin dell’8-9 luglio dovrà approvare. I commissari e i tecnici sono al lavoro sulla lettera, e aspettano che mercoledì il Cdm approvi l’assestamento di bilancio. Non conterrà tagli di nuove risorse, assicura Conte, ma certifica “in un documento ufficiale” risparmi e maggiori entrate, rendendo “definitivo” il congelamento già programmato dei 2 miliardi che facevano già parte dell’accordo di dicembre.

Ma questo tesoretto potrebbe non bastare: i due miliardi congelati dall’accordo di dicembre sono già stati incorporati nelle previsioni Ue, quindi vanno esclusi. Ne restano solo tre e, sulla carta, Bruxelles chiede un aggiustamento dello 0,4% del Pil per il 2018 e dello 0,5% per il 2019. Solo per sanare il 2018, quindi, servirebbero oltre sei miliardi. Impegnandosi a fare risparmi anche sul 2019 e assicurando l’aumento dell’Iva o misure alternative per il 2020.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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