Dopo il fallito attentato di ieri a Manhattan, con una bomba detonata che per fortuna non ha provocato gravissime conseguenze, al di là di 4 feriti oltre al presunto attentatore, Donald Trump ha lanciato la sua proposta; cambiare le leggi sull’immigrazione.
In particolare Trump ha chiesto di mettere fine alla “catena migratoria” che consente a un migrante di sbarcare negli Stati Uniti sfruttando ampi legami di parentela.
Infatti l’attentatore proviene dal Bangladesh, ha 27 anni e si chiama Akayed Ullah.

Le parole del presidente USA spesso non vengono prese in considerazione, anzi sono molte volte derise.
Stavolta però buona parte degli Stati Uniti, anche se ci sono molti immigrati, sembra prendere sul serio le sue parole.

Trump propone maggiori e più intensi controlli da parte della polizia per chi raggiunge il suolo americano, allo scopo di garantire maggiore sicurezza alle famiglie.
Inoltre il presidente non ha paura di istituire la pena di morte e le torture peggiori per chi compie atti terroristici. “Coloro che vengono condannati per essere stati coinvolti in atti di terrorismo meritano le pene più severe previste dalla legge, inclusa la pena di morte nei casi appropriati”. “L’America deve sempre rimanere salda contro il terrorismo e l’estremismo, garantendo che le nostre grandi istituzioni possano affrontare tutti i malvagi atti di terrore”.

Queste le parole usate da Trump, mentre il Bangladesh, paese d’origine dell’attentatore, condanna il gesto, sostenendo di essersi sempre opposto al terrorismo e di aver da tempo adottato una politica di tolleranza zero nei confronti di atti del genere.

Quello sollevato dal presidente USA, resta comunque un tema importante. Condannare il terrorismo e cercare di “razionalizzare” il flusso migratorio per la sicurezza di tutti è un conto, ma azzerare tutti i flussi è praticamente impossibile in un paese che storicamente ha sempre visto questo fenomeno come uno dei suoi tratti maggiormente presenti.

A cura di gb

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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