Trony, una crisi senza paragoni. Negozi desolatamente semivuoti e senza merce, dipendenti che nonostante la scarsità di clienti si presentano ogni giorno sul posto di lavoro, senza stipendio o quasi visto che verrà conferito loro solo il 20% del dovuto. Incombe lo spettro del fallimento della catena.
La tenuta occupazionale complessiva del gruppo Trony è ormai arrivata ad un punto di criticità e i negozi di elettrodomestici di Milano e provincia sono a rischio chiusura, come quelli di corso Vercelli, corso 22 Marzo, piazza San Babila, Portello ma anche Paderno Dugnano, Abbiategrasso, Vigevano, Pavia e Caronno Pertusella. In totale 141 lavoratori che sperano nel miracolo di finanziatori terzi o della cessione della rete di vendita, perché altrimenti rimarrebbero a spasso. «La situazione è drammatica – spiega Maria Assunta Caruso, della Fisascat-Cisl -. Da tempo non c’è merce nei negozi e trattandosi di attività commerciale in assenza di merce non si va da nessuna parte. Non ci sono più ammortizzatori sociali e dal 24 del mese scorso l’azienda è in concordato in bianco. Da qual momento tutto il pregresso di legge viene congelato Non c’erano e non ci sono le condizioni economiche per pagare gli stipendi e così, fino al giorno del concordato, i lavoratori prenderanno il 20% della retribuzione e dopo, nella peggiore delle ipotesi, nulla». Tutto fermo anche per liquidazione e per i soldi spettanti alle persone che nel frattempo erano uscite volontariamente dall’azienda, su proposta della stessa società. Tutto bloccato.
Fonte foto Salvatore Cavalli