Diciassette reti subite in quattro partite, a cominciare dalle due incassate dal Sassuolo, per poi iniziare la “settimana orribils granata”, con lo 0-7 casalingo incassato dall’Atalanta, poi quattro reti nella San Siro milanista di Coppa Italia (ma qualcuno pensava di passare il turno? Basta vedere la gomitata di Rebic ad Izzo e voilà la risposta) e poi altre quattro a Lecce, in casa di una formazione resuscitata all’andata (2-1 per i giallorossi a Torino, da ultimi in classifica) e che ancora non aveva vinto in casa nel corso della stagione!
Insieme metteteci un mercato da …. venditori (ma di poca roba, perché mica è stato ceduto Messi ….) e quella che doveva essere la stagione della consacrazione sta diventando invece una via Crucis bella e buona, con il Toro che sembra diventata una Onlus ed i giocatori granata tante crocerossine che operano a favore degli…avversari, visto che chiunque li mette sotto senza nessuna difficoltà, anzi cercano sempre di aiutarli in ogni modo.

Certo, nel Torino di oggi nessuno è esente da colpe, anche se gridare Cairo vattene è ormai una regola quasi da …. sardine; il Presidente ha certamente le sue colpe, così come ne ha Mazzarri, che però manda in campo gli stessi calciatori che la stagione scorsa hanno ottenuto 39 punti nel girone di ritorno e quest’anno sembrano gente presa mentre passa a piedi davanti lo stadio, e come tale si comportano.

Colpa quindi dei giocatori? Di sicuro in questo momento, tolti Sirigu, Belotti, Ansaldi (che è infortunato) cui aggiungerei Berenguer, il resto sembra precipitato in uno stato larvale da cui non si esce, con errori che manco sui campi della terza categoria è dato vedere.
Mentre scrivo ancora non è stata decisa la sorte del tecnico, che credo comunque ormai segnata; se poi a segnarla siano i suoi errori solamente lo escludo, ma si sa, quando le cose vanno male si fa prima a mandare via il mister, piuttosto che fare un fascio di quelli che vanno in campo, come si dice: è la legge del calcio, anche se a Torino da giugno in avanti servirà riflettere bene su chi tenere, su chi sia degno di essere considerato un calciatore professionista e chi invece invitare a fare le valigie per altri lidi dove se lo godano!

Non si doveva e poteva mettere prima mano a questa situazione e cambiare l’allenatore prima o all’inizio del mercato per poter eventualmente tentare di rimediare anche con qualche operazione in più e non solo in vendita? Io ritengo (ma sbaglio sicuramente) che si fosse deciso di arrivare con Mazzarri sino a fine stagione ed alla chiusura naturale del contratto, cercando con tranquillità un sostituto ed imbastendo, di conseguenza, il mercato.
Pare invece che le cose andranno o siano già andate diversamente, con i nomi papabili presi da una rosa di non più di due allenatori e semmai sarà importante capire la durata del contratto del nuovo mister, che “dovrebbe” conoscere già bene le cose di casa granata e pertanto non avere bisogno neppure del giusto tempo di adattamento.

Se poi i risultati avranno una immediata, o quasi, virata in positivo, allora sarà come spessissimo succede nel calcio e per l’ennesima volta il o i veri colpevoli si smaschereranno da soli e noi saremo lì ad elogiare ed esultare per “professionisti” che tali si sono dimostrati solo quando si dà spazio ai comodi loro, alla faccia della maglia!

Il Direttore Maurizio Vigliani – Foto Lapresse

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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