Capita anche nel calcio di stupirsi per una decisione, al di là di chi la prende, e stupore ha sicuramente lasciato il mancato passaggio di Simone Verdi al Napoli, dato che il fantasista di scuola Milan ha preferito restare ancora a Bologna, almeno sino a giugno, per continuare un percorso di crescita indubbiamente non terminato.

La logica pallonara (ed anche quella meramente monetaria) avrebbe previsto un finale certamente diverso; vuoi mettere il confronto tra il Bologna (con tutto il rispetto) ed il lanciatissimo Napoli? Oltre al resto, se dovesse davvero arrivare quel tricolore oggi nelle mire degli uomini di Sarri, come potrebbe essere paragonato ad un centro classifica, magari non del tutto anonimo, ma neppure lontanamente simile ad uno scudetto?

Bene, nonostante le allettanti proposte del DS Giuntoli, e di Sarri che lo conosce benissimo avendolo allenato ad Empoli, Verdi ha preferito ringraziare ma rimanere dov’è, onoratissimo per l’interesse partenopeo, orgoglioso per la spesa notevole che il Napoli era disposto a fare, ma certamente anche conscio che sei mesi a Bologna, da protagonista (ed a Bologna lo è sicuramente), non possono “rovinargli” la carriera.

Stupirsi dunque di cosa? Di aver detto no al Napoli? Simone ha fatto una scelta conscio del fatto di essere nelle mire non solamente partenopee e, probabilmente, ha valutato come in questo momento sia meglio giocare, sempre e da protagonista a Bologna, che rischiare di vedere poco il campo a Napoli.

Scelta sbagliata? E perché? Certo solitamente funziona diversamente, ma non esistono solo la logica dei soldi e quella della piazza prestigiosa e, credo, vadano valutati anche aspetti troppo spesso ignorati; a Napoli quanti componenti della rosa vanno regolarmente in campo? Ed al netto di infortuni vari, quante possibilità ci sarebbero state per Verdi se il “trio dei piccoletti” continua a funzionare e segnare?

Un conto è la consuetudine delle cose, un altro il prendere decisioni apparentemente contro la logica ma non per questo sbagliate a prescindere; non so se Verdi (ed il suo procuratore) abbia valutato e considerato quanto succede a Napoli, ma il ragazzo conosce bene Sarri ed è stato sicuramente “aiutato” da questa conoscenza di un allenatore che non ama cambiare la formazione tutte le settimane, coppa o non coppa da giocare, forma o non forma di chiunque.

Personalmente semmai mi viene da sorridere quando penso ai tanti che sono intervenuti sull’argomento e, sino a lunedì, consigliavano Verdi di agguantare l’occasione della vita senza alcun indugio e dal giorno dopo giù con gli elogi per la scelta contraria?

Verdi faceva bene ad andarsene o ha fatto bene a rimanere? Magari tutte e due come solito quando ci si cala nelle “mutande” degli altri e si da la risposta di convenienza a seconda del momento? Pare il VAR, rigore o non rigore? L’arbitro ha ragione perché ha visto male o perché è andato davanti al video che gli ha detto “pirla, hai sbagliato”!?!?!?

Magari Verdi ha pure pensato a Giaccherini, Pavoletti, Maksimovic, giusto per fare qualche nome, tutta gente che a Napoli ci è andata pensando di essere fenomenale ed oggi ha il sedere quadrato a forza di stare seduta in panchina, magari se n’è già andata, sta andando o se ne andrà quanto prima, per giocare ovviamente, ma dove?

Il procuratore di Giaccherini si lamenta che quelli del Torino non lo salutano neppure più, ma quando il suo assistito doveva solo più firmare per i granata, ha preferito accettare l’offerta del Napoli e pazienza se nel frattempo ha giocato cinque partite vere in un anno e mezzo ed ha perso la Nazionale, con cui era stato protagonista agli ultimi europei e non solo; capita, ma è questione di scelte e non sempre quelle ambiziose pagano, in tutti i sensi!

Verdi giochi tranquillo questi mesi al Bologna, a giugno avrà l’imbarazzo della scelta sul dove andare, magari ricordano che a volte è meglio essere Re a Bologna che “pedone” da un’altra parte e se proprio vuole chiedere consiglio, faccia una telefonata a tale Totò Di Natale, uno che nella vita ha fatto il Re, sempre.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani  – foto Valerio Casadei 

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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