Una strage causata da un raptus di violenza incomprensibile: questa sembrerebbe l’ipotesi al momento più accreditata per la sparatoria avvenuta a Los Angeles.

Nella stanza dell’hotel Mandalay Bay da dove il killer ha fatto fuoco, la polizia ha trovato 23 pistole; l’uomo autore della strage è Stephen Paddock e secondo gli ultimi aggiornamenti avrebbe ucciso almeno 60 persone e ne avrebbe ferite 529.

Todd Fasulo, vice sceriffo della contea di Clark, ha fatto sapere che nella casa di Paddock – a Mesquite, a due ore di distanza da Las Vegas – gli agenti hanno trovato 19 pistole. Inoltre, all’interno dell’abitazione la polizia ha recuperato anche migliaia di munizioni e dell’esplosivo. “Non sappiamo come avremmo potuto prevenire questa strage”, ha detto ieri sera lo sceriffo, Joseph Lombardo, ricordando che prima dell’attacco di domenica sera Paddock, 64 anni, non aveva avuto nessuna atteggiamento sospetto o insolito.

Dalle informazioni diffuse fino ad ora, pare che l’esecutore del massacro si sia tolto la vita prima dell’irruzione della polizia.

Nel frattempo, il presidente americano Donald Trump ha dichiarato in conferenza stampa: “Mercoledì sarò a Las Vegas per incontrare autorità, soccorritori e familiari delle vittime della sparatoria avvenuta nella città del Nevada”. “È stato un atto di pura malvagità – ha detto ancora il presidente Usa -. È stata una reazione miracolosa quella della polizia di Las Vegas, che ha salvato molte vite”.

In molti hanno ricollegato i fatti ad un possibile atto terroristico da parte di un “lupo solitario” affiliato all’Isis, ma al momento non ci sarebbero conferme.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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