US swimmer Mark Spitz training for 1972 Munich Olympics. (Photo by Co Rentmeester/The LIFE Picture Collection via Getty Images)

LUIS VINICIO – “il leone di Rio”

Venuto in Italia nell’estate del ’55 per una tournèe con il suo club brasiliano del Botafogo, lui nativo di Belo Horizonte, doveva finire alla Roma, ma un blitz del Comandante Achille Lauro, lo portò sotto il Vesuvio, mentre vicino al Cupolone arrivò il suo compagno di squadra Dino Da Costa.

In un primo tempo, data la sua forza dirompente (1,82 m per 80 kg) all’epoca non comune, si cercò qualche avo italiano per poter utilizzare il “leone” in maglia azzurra, ma Vinicio (28/02/1932) aveva avi portoghesi e non si riuscì ad italianizzarlo mancando i presupposti per “spacciarlo” come oriundo.

A Napoli dal ’55 al ’60 fu un idolo, segnava a raffica, al vecchio stadio del “Vomero” in attesa del San Paolo: proverbiali i suoi calci piazzati, molti dei quali terminati alle spalle del portiere avversario e proverbiale anche la sua incompatibilità tecnica con l’altro idolo partenopeo, lo svedese Hans Jeppson. Tanto algido lo svedese, tanto caliente il brasiliano di Belo Horizonte.

A Napoli nel ’55 – ’56 trova in panchina la gloria azzurra ed ex rossoblu Eraldo Monzeglio cui subentrò poi il fornaretto di Frascati Amedeo Amadei. Nel ’60 l’idillio con il golfo è ai minimi storici e in giugno c’ è uno scambio fra petroniani e partenopei, Vinicio al Bologna e Pivatelli, Bodi, Mihalic e 122 milioni e mezzo (si dice che su quel mezzo milione in più Dall’Ara si impuntasse con il suo omologo don Achille Lauro). Nel ’60 – ‘61 Vinicio (allenatore rossoblù è Federico Allasio, detto Federico di Savoia per il matrimonio di sua figlia Susanna con il conte Calvi di Bergolo, imparentato con la casa reale d’Italia in esilio) non è più l’impeccabile realizzatore di prima, ma il suo immenso bagaglio tecnico gli permette di conquistare l’esigente pubblico felsineo, all’epoca abituato a frequentare le alte sfere del grande calcio: 11 reti nel torneo ‘60-‘61 e vittoria nella Mitropa CUP (finale nel ‘62 contro gli slovacchi del Nitra) e stupendi scambi in velocità con l’allora giovanissimo Perani.

Ricordo un Bologna – Inter del dicembre 1960: Allasio sulla panchina rossoblù, su quella nerazzurra c’ è, al suo primo anno in Italia, Helenio Herrera. Nebbia fittissima, oltre 40 mila spettatori, segna per l’Inter Lindskog nel primo tempo, nella ripresa le cose cambiano e già al 58-esimo Perani segna una rete stupenda dalla linea di fondo.
Una rete che trova la gemella al 61-esimo: sotto la curva Andrea Costa c’ è una punizione per il Bologna.
Il portiere dell’Inter è Lorenzo Buffon, allora marito di Edi Campagnoli, ex-valletta di Mike Bongiorno a “Lascia o Raddoppia”, un numero uno di ottimo livello.

Barriera schierata, ma la botta di Vinicio ha potenza ed effetto ed è il 2-1 per i rossoblù.
Con la nebbia sempre più incombente i tifosi rossoblù si godono una bellissima domenica. Il Bologna infatti non si fa più raggiungere. Fra le altre perle di Vinicio la doppietta del 1 gennaio 1961 contro la Roma capolista: due goals capolavoro, sotto la neve in un terreno infame.

Un campionario di finezze tecniche, di colpi di classe, una generosità unica con alcuni giovani emergenti: è accanto a lui che si affermano Fogli, Bulgarelli e Pascutti.

Nel ‘61 tuttavia arriva il 20-enne Harald Nielsen e dato che Bernardini nega a Dall’Ara, con amarezza del vecchio presidente, la possibilità di schierare insieme il quasi 30-enne Vinicio e il giovanissimo vichingo, il brasiliano al termine della stagione ‘61 – ‘62 verrà ceduto.

Passa al Vicenza dove ritrova l’antico smalto: nel 1966 segnò 25 reti, a 34 anni, passando poi all’Inter (‘66-‘67) dove non trovò spazio. Terminò la carriera a 36 anni nel 1968 per intraprendere poi una proficua carriera di moderno allenatore con punte di particolare prestigio a Napoli e a Roma sulla panchina della Lazio, mostrando un nuovo tipo di calcio mai speculativo e antesignano del ”gioco a zona” sublimato da Arrigo Sacchi.

A cura di Giorgio De Luca Montebugnoli editorialista – Foto Redazione

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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