La sicurezza e la lotta contro la violenza negli stadi vale avere gli stessi stadi mezzi vuoti? Una domanda che rimbalza tra le stanze dei club di Serie A, la FIGC, il CONI e il governo italiano. Nel nuovo protocollo che venerdì i ministri degli Interni e dello Sport, Minniti e Lotti, il presidente del Coni Malagò e quello della Figc Tavecchio presenteranno, infatti, c’è una retromarcia rispetto alla famosa tessera del tifoso introdotta nel 2010 in Italia.

Tessera del tifoso che non sparirà, ma che non sarà più l’unico mezzo che i tifosi hanno per accedere agli stadi. Così per la prossima stagione, ormai alle porte, riapriranno i botteghini dello stadio. Chi vorrà andare alla partita potrà tornare a deciderlo anche all’ultimo istante. Il motivo della svolta nasce dalla volontà di contribuire affinché in Italia rinasca la voglia di vivere lo stadio con passione.

Come ha detto il presidente Coni Malagò, infatti, “Venerdì alle 14.30, sulla tessera del tifoso, ci sarà una riunione con il ministro dell’Interno, il capo della Polizia, il responsabile dell’Osservatorio sulle manifestazioni sportive e il ministro dello sport. Ci saranno importanti novità verso la direzione di includere i tifosi veri e le famiglie e non di escluderli”.

La tessera del tifoso è uno strumento nato dopo l’emanazione, il 14 agosto 2009, di una direttiva del Ministro dell’Interno del quarto Governo Berlusconi, Roberto Maroni, in cui si prevedono verifiche della Questura al fine di identificare i tifosi di una squadra calcistica o della Nazionale di calcio dell’Italia. In un primo momento si era pensato di attivare la tessera in maniera graduale, cominciando dalla stagione 2009-2010 e rendendola obbligatoria per le trasferte solo dal 1º gennaio 2010, dando così il tempo alle società di adeguarsi, ma visti i ritardi si è posticipato tutto di un anno. E ora, secondo le anticipazioni, la tessera del tifoso potrebbe scomparire entro tre anni, con le sole gare considerate a rischio per le quali l’Osservatorio potrà ancora disporre limitazioni ad hoc.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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