“Specchio delle mie brame, chi è la più forte del reame?
La Juventus, mio signore …”
Ve lo immaginate il Presidente bianconero Andrea Agnelli nei panni di Grimilde, che consulta lo specchio magico?
Ma chi è alla vigilia della partenza del Campionato la più bella (forte) del reame?
Facile dire la Juventus, al di là di Bonucci e del mercato ancora in divenire, perché sei Scudetti di fila non si vincono per sbaglio, anche se la concorrenza ha fatto di tutto per far camminare i bianconeri sul velluto. La formazione di Allegri è certamente la favorita, anche se, sulla carta, qualche avversaria in più potrebbe esserci.

Difficile dire se i pericoli maggiori arrivino dalla Roma; i giallorossi hanno cambiato tanto, allenatore compreso, e non sembrano al livello della scorsa stagione. Inoltre c’è il Pupone, anzi non c’è più, e bisognerà uscirne velocemente, specie la tifoseria, perché sarebbe pericoloso non voltare pagina.

Molta più attenzione andrà rivolta al Napoli, che magari è cambiato poco, ma è assai più rodato e pericoloso; Sarri non ama gli stravolgimenti, così come è uso costruire una formazione ideale e continuare con quella, però gli azzurri sono forti e se la difesa regge …

Riuscirà l’Atalanta a ripetere l’entusiasmante stagione che l’ha portata al quarto posto ed all’Europa? Gasperini non cambia in un’estate, ma se ne sono andati in tanti tra gli ambiziosi giovani atalantini (si ripeteranno tutti?) e non sarà facile districarsi su due fronti, specie se il Papu dovesse calare un po’ e non si trovasse nessuno capace di andare in rete con una certa continuità, perché Petagna sarà utile, ma i bomber sono tutta un’altra cosa.

La Lazio ha iniziato bene, come meglio non si poteva, battendo la Juve dopo dieci sconfitte consecutive e portandosi a casa la Supercoppa che servirà a niente, ma è un’iniezione di morale mica da poco; peccato che in casa biancoceleste le grane non finiscano mai e Keità un anno sì e l’altro pure trovi modo di mettersi in mostra non sul campo, dove invece di cose belle potrebbe farne a iosa.

Moltissimo ha cambiato il Milan, rinnovato in ogni settore, a partire dalla proprietà; Montella ha per le mani una bella patata bollente, perché tutti parlano di “fuoriserie” prima ancora di iniziare e la cosa non è poi così certa. Intanto è rimasta la famiglia Donnarumma, e se al Milan si voleva dare una svolta al calcio, di quelle storiche, beh, la missione è fallita con perdite e Fassone-Mirabelli hanno perso una grande occasione.

Altra sponda del fiume Azzurro, scusate, del Naviglio e ancora si attende la rivoluzione di Mao-Spalletti, che se riuscirà a far correre i nerazzurri più della passata stagione avrà già dei grandi meriti; la squadra c’era già l’anno scorso, solo che pareva seguire più le direttive di Vanda Nara che quelle degli allenatori succedutisi sulla panca nerazzurra e probabilmente per far andare diversamente le cose basta mettere ognuno al proprio posto … ad iniziare da qualche pseudo-procuratrice.

Fiorentina rivoluzionata invece e tifoseria in subbuglio contro i Della Valle, che poi dici Diego e basta! Corvino ha venduto tanto ed adesso sta cercando di riempire i vuoti con giovani promettenti ma tutti da mettere alla prova. Se n’è andato Bernardeschi, ma continuo a pensare che con i quaranta milioni incassati si possa comperare di meglio di un presunto fenomeno che, a fare bene i conti, gioca dieci/quindici partite a stagione, ma può essere che mi sbaglio …

Anche il Torino è atteso con attenzione ai nastri di partenza; molto dipenderà dalla conferma di Belotti anche dopo il 31 agosto e da cosa si inventerà Sinisa Mihajlovic, che magari nel corso della stagione deciderà di giocare con il 5-5-5. Una parte della tifoseria granata accusa il resto dei tifosi di essere “accontentisti”, volendo vincere, con l’allenatore serbo eretto a paladino; peccato che da allenatore il serbo non abbia vinto un bel nulla, ed anzi abbia lasciato macerie in quasi tutte le piazze frequentate, ma tanto al Torino un “colpevole” diverso c’è sempre e quindi … di cosa preoccuparsi se la tanto sbandierata Europa (da Sinisa) resterà un sogno?

Accomuniamo Udine, Sampdoria, Sassuolo e Chievo per giocarsi le posizioni di rincalzo e la bassa sponda destra della classifica? L’Udinese non ha fatto grandi rivoluzioni e la cosa potrebbe rivelarsi positiva, anche se manca un bomber e pure altro; la Samp ha venduto tutto i migliori o quasi e bisognerà affidarsi alla buona sorte che porti nuovi Schick, mentre il Sassuolo riparte da Berardi augurandosi di non doverlo nuovamente attendere per quasi tutta una stagione e da un nuovo allenatore, Bucchi, per aprire un ciclo che si augura felice come il precedente; ultimo ma non ultimo il Chievo Verona, che procede sempre a fari spenti e senza tanti fronzoli, partendo da capisaldi come Sorrentino e Pellissier, ma soprattutto da un “signor” allenatore come Maran.

Il resto? Cagliari, Bologna, Genoa e Crotone, partono per salvarsi, salvo trovare la spinta giusta per qualcosa di più ed augurandosi che invece la spinta non sia verso il basso; i sardi se non saranno troppo Borriello dipendenti (si confermerà agli stessi livelli il bomber trentacinquenne?) non avranno problemi a salvarsi, mentre più difficile pare la strada del Bologna, già uscito con il botto dalla Coppa Italia ed incapace di porre rimedio ad errori e distrazioni pericolosi quanto ripetuti.

Il Genoa è sempre il solito, un supermercato che cambia la merce ogni sei mesi, anche se pare sia arrivato il momento di un cambio di proprietà chissà quanto positivo, viste le notizie che girano; certo a vendere sempre i migliori prima o poi si paga dazio e chissà se anche questa volta si riuscirà a metterci una toppa.
Mentre la forza del Crotone è proprio la gestione tranquilla e capace delle risorse, che saranno anche poche, ma non sempre i soldi fanno rima con i risultati, ed il Crotone ne è l’esempio lampante; certo, ripetersi sarà difficile, ma in Calabria non fanno voli pindarici e la cultura del lavoro è sempre il messaggio più gettonato.
Per ultime ecco le neopromosse Hellas Verona, Spal e Benevento, con gli scaligeri tornati in A dopo appena un anno di purgatorio; scivolati sulla buccia di banana Cassano, dovranno essere Pazzini ed il redivivo Cerci a fare la differenza per arrivare alla salvezza sperata.

Spal e Benevento, reduci entrambe da una doppia promozione, anche se il cammino è stato diverso, vorrebbero diventare matricole “terribili”, anche se per ora di terribilmente difficile c’è solo il cammino che le attende; tornare in A dopo quarantanove anni, o giocarla per la prima volta, non è uno scherzo e dovranno essere davvero brave le formazioni, ma anche Società ed ambiente per venirne fuori con una salvezza che avrebbe del miracoloso!

Il direttore Maurizio Vigliani

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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