Ventinove indagati, circa nove milioni sequestrati, ipotesi di reato che vanno dalla bancarotta fraudolenta al falso in bilancio, cui vanno aggiunti reati tributari di emissione ed utilizzo di fatture false; questo quanto successo in questi giorni su ordine del GIP di Forlì, relativamente al caso delle plusvalenze fittizie che coinvolge Chievo Verona e Cesena.

La Guardia di Finanza ha eseguito i sequestri per 3,7 milioni di beni a carico della Società veronese e del suo Presidente, mentre 5,7 sono i milioni sequestrati al Cesena, ad alcune Società satellite, oltre che all’ex Presidente bianconero e ad altri due indagati; il tutto relativo alle operazioni di scambio avvenute tra il 2014 ed il 2018 tra le due Società, per poter così mantenere in vita i romagnoli, impelagati in un passivo che proprio nell’estate 2018 ha portato i bianconeri al fallimento.

Così anche la giustizia ordinaria si occupa oggi del caso, che aveva portato ad una condanna di entrambe le Società da parte di quella sportiva; il Chievo aveva subito una penalizzazione di tre punti, scontati nell’ultima stagione, mentre per Cesena sarebbero stati quindici i punti da scontare, pena decaduta causa fallimento.

Cosa aveva determinato una tale disparità per lo stesso reato è difficile da capire, anche perché il Chievo era addirittura recidivo, essendo stato impelagato e condannato già all’inizio degli anni 2000 per lo stesso tipo di reato sportivo; che poi il “vecchio” Cesena non abbia subito conseguenze è il fallimento ad averlo determinato, ma fatto il proprio corso la giustizia sportiva, ecco quella ordinaria all’opera.

Certo, il comunicato ufficiale rilasciato dai veneti, relativamente all’impossibilità di determinare il valore reale dei giocatori scambiati, può anche avere una sua validità interpretativa, ma è davvero impossibile stabilire che ragazzi che mai hanno vestito la maglia della nova formazione ed invece sono stati girati ad altre squadre non valgono i milioni (circa trenta in totale) indicati a bilancio? E se davvero valevano tutti quei soldi com’è che oggi nessuno è andato al di là dei campionati dilettanti, se non ha cambiato mestiere? 

Un anno fa, proprio nel bel mezzo dello “scandalo”, il nostro giornale aveva pubblicato un articolo a mia firma in cui spiegavo cosa fosse successo, con nomi e cifre, dopo aver spulciato tra i bilanci di Chievo e Cesena, tra valutazioni che nessuna persona dotata di un minimo di conoscenza del calcio poteva considerare veritiere, ed iscritte unicamente per mantenere in vita una Società decotta da tempo, in maniera fraudolenta.

Che poi si voglia prendere in giro i tifosi, quella è un’altra cosa, però questi geni della finanza pallonara cerchino altre vie, magari più sofisticate e che non siano palesi, quanto ridicole, anche solo alla lettura di quattro righe di bilancio!

Sarebbe ora che il calcio nostrano si desse una bella ripulita, mentre a leggere le dichiarazioni del Presidente Federale, sul caso, c’è da chiedersi se davvero il mondo del pallone non riesca ad esprimere solamente soggetti come questo, e, non contento, metterli pure al vertice!

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – foto Valerio Casadeo

 

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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