Si lavora per vivere o si vive per lavorare?
Questo gi italiani (e non solo), non l’hanno ancora capito bene, perché invece di pensare a questo dubbio amletico, hanno questo brutto vizio: il lavoro!
Eh già, non c’è niente di meglio che guadagnare quel tanto che basta per vivere in maniera decorosa.
Poi, è logico, se avanza qualcosa c’è sempre la Banca.

Come dice lo slogan di un importante istituto di credito: ‘La Banca è tutta intorno a te!’. In effetti, in Italia, sono molto più le Banche che i ristoranti ormai, e questo non so se sia un dato tanto positivo. Perché, un conto è andare a mangiarsi lo stipendio o qualche risparmio al ristorante, un conto e farsi mangiare i soldi dalle banche.
Tra tassi di interesse all’anno, al mese, al giorno, BOTT, CCP, CCT e DDT, sul conto dell’italiano medio rimane ben poco.
E che dire dei consulenti finanziari?
Certo, un’altra categoria non immune da critiche, ma pur sempre categoria è; E quindi, molte persone si rivolgono ancora a questi ‘professionisti’ per far lievitare le loro entrate.

Tutto bello, tutto giusto, non fosse altro che molti di questi si rivelano, alla fine, dei malfattori che si tengono i soldi per pagare debiti accumulati e soldi sottratti ad altri ingenui clienti. Ritornando alle banche, il problema è che la cassaforte di questi luoghi così ameni per molti di noi, sono grandi per contenere ingenti somme di denaro, ma non rimangono chiuse, quando si tratta di dare indietro qualcosa.
E allora, in questo senso, all’italiano medio, di media altezza, media cultura (medio tutto insomma), non rimane altro che prendere il materasso, tagliarne una parte e infilarci fino all’ultimo centesimo.

Va bene anche una cassaforte nascosta dietro un quadro, un salvadanaio con l’antifurto o una tavola del pavimento in parquet che si può alzare (in stle ‘Cuore rivelatore di Edgar Allan Poe).

Tutto diventa meglio della banca, almeno in casa sai dove trovarli, perché in Banca (non si sa come mai), si perdono quasi sempre e per farteli ridare, poi, diventa proprio un bel casino!

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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