La sedicesima era attesa come una di quelle giornate dove lo spettacolo non può mancare, c’era il “derby d’Italia” ad infiammare gli animi bianconerazzurri, il Napoli chiamato a rifarsi della sconfitta contro i bianconeri, la Roma a tenere botta davanti al sempre pericoloso Chievo, il Milan di Gattuso che voleva dimenticare immediatamente Benevento, oltre ad una serie di scontri in zona salvezza in cui mai mancano le sorprese.

Si attendevano le grandi, i loro gol, il gioco, lo spettacolo, ed invece …. le prime quattro della classifica sono andate in “bianco”, ciascuna in modo diverso, ma pur sempre deludendo le attese, sgonfiando il can can mediatico che sempre precede incontri che, alla fine, lasciano spesso tutti delusi.
Allo Stadium, una Juve non proprio in formissima non è riuscita ad avere la meglio su di un’Inter che ha pensato soprattutto a difendersi e mantenere così la propria imbattibilità stagionale; non è stata una grande partita, con tanti errori, poco gioco e l’assenza quasi totale dei protagonisti più attesi, con tanto di polemiche finali (e successive) specie nei confronti di Dybala, che attraversa un momento di appannamento, dovuto probabilmente (così si dice) a problematiche che sconfinano dal campo ed evidentemente giocano un ruolo tale dal dover riprendere pubblicamente il ragazzo!

Non era andata meglio alla Roma, che aveva aperto la quattro giorni calcistica in quel di Verona, fronte Chievo; i giallorossi ci hanno provato in tutti i modi, sbattendo spesso contro un miracoloso Sorrentino, ma anche contro le proprie imprecisioni, che a volte diventano il peggior avversario di una formazione che finalizza poco di quanto prodotto.
Così come le avversarie, era poi il Napoli ad uscire dal secondo appuntamento consecutivo al San Paolo senza vittoria; Sarri non è allenatore che ama utilizzare un numero spropositato di calciatori, ma gli azzurri pagano più del dovuto un paio di infortuni che hanno tolto pericolosità (Ghoulam) ed alternative (Milik) ad un gruppo che, tolti i titolarissimi, non ha una panchina all’altezza per numero e qualità; l’ennesima uscita prematura dalla Champions alleggerisce gli impegni (ammesso che l’UEFA serva per far giocare le riserve) ma è anche il segno che al Napoli manca sempre qualcosa , arrivati a trenta, per fare trentuno.

Torna finalmente alla vittoria il Milan, che supera con fatica il Bologna, ma regala a Gattuso la prima gioia e riaccende il sorriso sul volto dei tifosi; peccato che poi ci pensino Raiola e Donnarumma a spegnerlo immediatamente (come se non ci fossero già tanti altri problemi), con un nuovo capitolo della saga andata in onda in estate e che sembrava chiusa con la firma del giovane portiere.
Ora viene fuori la “costrizione” della firma di un ragazzo non sereno e quasi obbligato a vergare un documento che si punta ad annullare, dimostrazione lampante di come si prende in giro Società e tifosi con un pretesto penoso ed un comportamento ancora più vergognoso, al di là dell’essere passati da un ingaggio lordo di cento mila euro ad uno da undici-milioni-undici annui, con tanto di assunzione del fratello (terzo portiere), per la modica cifra di un milioncino annuo!

Torniamo al calcio giocato, con la divisione della posta in Cagliari-Sampdoria e Spal-Verona, entrambe terminate sul 2-2 ed entrambe parse finite quando le formazioni ospiti si portavano sul doppio vantaggio, ma poi riequilibrate dalle veementi reazioni di sardi e spallini ed il contemporaneo calo, anche mentale, delle avversarie.
Sempre nelle zone calde, Udinese e Sassuolo si sono sbarazzate di un Benevento che non ha proseguito il “momento-Milan” e di un Crotone ancora scioccato dalla decisione di mister Nicola di lasciare la panchina rossoblu; una sconfitta in più o in meno non cambia certo la situazione delle Streghe, mentre i pitagorici pagheranno probabilmente l’addio di un allenatore che era il vero valore aggiunto di un ambiente dove, probabilmente, qualcuno non ha tenuto i piedi per terra.

Scintille, e come, nell’anticipo del lunedì, dove la Lazio ha perso in casa contro un Torino che finalmente ha giocato da par suo; ma è il comportamento dell’arbitro Giacomelli che ha fatto infuriare i laziali per non aver concesso un rigore ed espulso Immobile pochi secondi dopo.
In realtà bisognerebbe mettersi finalmente d’accordo sui mani in area di rigore, perché o sono tutti da penalty o bisogna giocare con magliette senza maniche e le braccia dentro alla maglia stessa; Iago Falque ha toccato effettivamente il pallone con le mani, ma era ad un metro da chi ha calciato la sfera e dunque cosa è andato contro a cosa? I laziali parlano di complotti ed addirittura di ritiro della formazione, ma evidentemente hanno la memoria troppo corta e dimenticano di aver vinto uno Scudetto in modo alquanto …. strano, così come non è meno strano si sia permesso loro di continuare ad esistere con un debito da capogiro, quando altri, per molto meno, sono stati cancellati dal calcio professionistico!

Infine è andato in onda Genoa-Atalanta, con un giorno di ritardo causa pioggia, che ormai ferma Genova al di là della quantità! Ai Grifoni non è bastato andare in vantaggio per ottenere un nuovo successo; l’Atalanta è venuta fuori alla distanza ed ha causato la prima sconfitta della gestione Ballardini, tornando inoltre in posizione di classifica interessante, in attesa di uno scontro UEFA da brividi contro il Borussia Dortmund.
Si aspettavano le grandi ed invece spettacolo e divertimento sono arrivati dalle piccole, in quello che ERA il campionato più bello del mondo.

Il direttore responsabile Maurizio Vigliani

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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