Invisibile, si espande di vita lieve o invadente… invisibile spira: muto. A volte avvisa, altre no! Ciò che si porta appresso, può dargli un corpo, pur vago; assonnato si espande, impetuoso turbina, delicato alita. Gioca con le foglie e dispettoso arruffa capelli sciolti; consegna brividi di gelo o asciuga gocce di rugiada. Impertinente, fa piangere occhi che vorrebbero guardare; disegna le dune di nuovi contorni; accecato, sradica querce antiche, poi apre gli occhi e accarezza canne flessuose.

Increspa il mare e lo riconsegna levigato a uccelli di mare; devia le rotte di marinai arditi, o aiuta timoni che sanno; provoca le onde, a osare contro il cielo o a scomporsi contro scogli, invadendo velieri coraggiosi, poi si adagia su sabbie distese a conchiglie vuote. Coreografo, muove i petali di un fiore e ondeggia le corolle, nella danza di colori; allunga fiamme, in lingue di terrore, o toglie vita alle memorie di tremule fiammelle. Rapisce i sogni e anche i pensieri, o lascia che glieli si affidino, portandoli con sé, per poi svanire nell’aria, naufrago di se stesso. Avvolge e sfugge, se si sente è già arrivato. Ne godi, ma non puoi abbracciarlo, ti proteggi, ma non puoi fermarlo. Solo le nuvole, a volte sanno, ma non dicono.

Così come il vento, pure l’acqua di torrente gode di una sua libertà di Essere: scorrendo sulle asperità del ‘letto’ si mantiene limpida e fresca – cambia continuamente forma, ma resta acqua.

NON COME IL VENTO E NEPPURE COME L’ACQUA L’ESSERE UMANO: ASSERVITO a EDUCAZIONI di partiti e religioni. Non per nulla, l’uomo sta distruggendo il pianeta Terra, senza considerare che la Terra può stare senza di lui, non lui senza la Terra.

Bello sarebbe – torneremmo ad abitare il Paradiso Terrestre – se l’essere umano, anziché risultare alito marcio di interessi da banderuole fosse vento che agita la bandiera del proprio paese con orgoglio. Se anziché essere acqua di stagno maleodorante o acqua ferma di una qualunque diga, avesse la mente scorrevole, libera in qualunque direzione.

Si torni a Madre Terra e qualcosa, lo credo vivamente, tutti assieme, si potrà cambiare.

A cura di Vittorio Benini

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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