Scatta la nuova prescrizione. La riforma, contenuta nel decreto legge Anticorruzione approvato lo scorso anno e meglio noto come ‘Spazzacorrotti’, entra in vigore oggi.
Il provvedimento, pubblicato in Gazzetta Ufficiale un anno fa, esattamente il 16 gennaio del 2019 e contenente “Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici”, prevedeva appunto che le nuove norme sulla prescrizione entrassero in vigore non prima dell’anno successivo. Questo perché, durante la trattativa interna all’allora maggioranza giallo-verde, la Lega ottenne un anno di tempo per mettere in campo una riforma complessiva del diritto processuale penale e civile, così da stabilire una durata massima per i processi, soprattutto penali.

Riforma che, però, non ha ancora visto la luce. Nel frattempo, è cambiata la maggioranza di governo, ma non le critiche alle norme sulla prescrizione che, sin dall’inizio, sono state al centro di un duro scontro con magistrati e penalisti e che rischiano di mettere a dura prova la tenuta del governo. Un vertice ad hoc sul tema giustizia è stato fissato per il prossimo 7 gennaio.

La riforma-bandiera dei 5 stelle prevede che la prescrizione venga sospesa dalla sentenza di primo grado o dal decreto di condanna. In sostanza, la prescrizione termina di decorrere a partire dal primo grado di giudizio, senza fare alcuna distinzione, però, tra sentenza di condanna e sentenza di assoluzione. Dunque, tutto “congelato” fino alla data di esecutività della sentenza che definisce il giudizio o alla data di irrevocabilità del decreto penale.

E’ inoltre modificata la norma sulla decorrenza della prescrizione con riferimento al solo reato continuato (di fatto è ripristinata la disciplina anteriore alle modifiche introdotte dalla Legge n. 251/2005): il termine della prescrizione decorre, per il reato consumato, dal giorno della consumazione; per il reato tentato, dal giorno in cui è cessata l’attività del colpevole; per il reato permanente dal giorno in cui è cessata la permanenza; la novità riguarda il reato continuato, per il quale il termine di prescrizione decorre dal giorno in cui è cessata la continuazione.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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