Capo Testa (in gallurese e corso Capu Testa) è una piccola penisola (in realtà un’isola, poi artificialmente collegata alla terraferma) situata nel nord della Sardegna, a pochi chilometri da Santa Teresa di Gallura.

Si affaccia sulle Bocche di Bonifacio ed è collegata alla terraferma da uno stretto istmo, lungo il quale si estendono due spiagge. Il promontorio è costituito dalle tipiche rocce granitiche galluresi erose dal vento ed ha un perimetro di circa dieci chilometri.

Capo Testa era utilizzata al tempo dei romani sia per la posizione strategica sia per approvvigionarsi del granito presente che veniva estratto e trasportato a Roma.

Dagli inizi degli anni settanta Capo Testa ha iniziato il suo sviluppo turistico ed è considerata una dei siti più belli ed apprezzati della Gallura e dell’intera Sardegna.

Capo Testa è un sito di interesse comunitario (S.I.C.), istituito ai sensi della Direttiva Comunitaria Habitat ed inserito nel sistema di aree dedicate alla conservazione delle biodiversità, appartenenti alla “Rete ecologica Natura 2000″[1].

Sul promontorio di Capo Testa è presente un faro di fondamentale importanza per la navigazione nel tratto di mare delle Bocche di Bonifacio. A fianco al nuovo faro vi sono le infrastrutture che costituiscono il vecchio faro. Tali infrastrutture, visitabili, costituiscono un punto di osservazione fantastico sulle scogliere sottostanti e sulla Corsica.

Le spiagge riparate vengono utilizzate per il nuoto da parte dei turisti fra cui la celeberrima Valle della Luna.

Da Capo Testa sono ben visibili le Isole di Lavezzi e la parte meridionale della Corsica.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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