Il Ministro degli interni Matteo Salvini, dopo le notti calde trascorse come dj davanti alle cubiste del Bagno Papete a Milano Marittima, ha sfiduciato il premier Conte, facedendo di fatto cadere il governo e il patto con Di Maio del M5S, mettendo l’Italia sul precipizio economico.

Lo dico francamente più da cronista sportivo che di quello politico, ma conoscendo molto bene il territorio della costa Adriatica, penso con vera amrezza che il gesto del vice-premier Salvini rasenta la vergogna di un intero popolo e una partita persa dal fischio d’inizio.
Invece di preoccuparsi di infrastrutture alberghiere, stabilimenti balneari, acque in salute, strade disastrate dove occorre camminare con gli occhi rivolti alla pavimentazione, turismo, rilancio dell’economia nel salotto blu’ del comune di Cervia e di quello nazionale, il leghista ha preferito stimolare i suoi sensi di moralità in una discoteca all’aperto.

E, probabilmente, per il troppo caldo, l’afa, le temperature infernali giunte pure nella pineta cervese, Salvini avvolto da un miraggio ha pensato che è era ora di cambiare volo e bandiera leccandosi un panino alla cioccolata. E, pensare che proprio lui in diversi programmi televisivi aveva rassicurato che il patto con il partito di Grillo sarebbe durato per tutta la legislazione. Verrebbe voglia di fare un paragone con i divorzi estivi, dove spesso mariti e mogli si tradiscono per un’avventura che definisco schifosa, in modo particolare quando ci sono bambini venuti al mondo.

Adesso il paese, anzi la politica del paese, che sta facendo ridire un intero continente, si trova davanti ad un precipizio con una crescita che supera di pochi decimali lo zero, con le piccole medie imprese al collasso, il commercio in forte stagnazione, con le famiglie sempre più portate alla povertà e le pensioni d’oro di coloro che stanno nei ministeri, nelle regioni, nelle province in crescita.

Un paradosso, un teatrino di maghi e maghelle… che giocano ancora alle tre carte… senza immedesimarsi dei problemi sociali, ma pensando solo alle proprie poltrone milionarie, alla possibilità che se ci sarà un aumento dell’Iva chiuderanno almeno altri 50 mila artigiani, che le cartelle di Agenzie delle Entrate non verranno più pagate e che il debito pubblico sarà insanabile.

L’Italia ormai è evidente a tutti è un paese in bancarotta, nonostante una buona ricchezza immobiliare, ma con le case non si mangia anzi spesso vengono svendute all’asta.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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