Una campagna sistematica organizzata per cacciare fuori dal paese la minoranza musulmana dei Rohingya: Amnesty International ha denunciato il terribile massacro operato dalle forze di sicurezza birmane, che si sarebbero rese responsabili della morte di centinaia di persone, tra cui anziani, donne e bambini.

All’interno del rapporto di Amnesty, diffuso oggi, sono contenute le interviste fatte dall’organizzazione umanitaria a più di 120 Rohingya scampati alle violenze. Nel rapporto, Amnesty International fa un appello per un embargo alle armi nel paese e per il perseguimento penale dei responsabili del massacro.

L’organizzazione umanitaria ha poi spiegato che le forze di sicurezza birmane hanno circondato villaggi, sparato su persone in fuga e poi bruciato le case, facendo morire carbonizzati gli anziani, gli ammalati e i disabili, che non avevano modo di scappare. In alcuni villaggi, donne e ragazze sono state rapite o stuprate.

I testimoni hanno ripetutamente descritto una mostrina sulle uniformi dei loro assalitori: la stessa delle truppe del Comando occidentale della Birmania. Anche la 33/a divisione di fanteria e la polizia di frontiera, che indossano un’uniforme blu mimetica, sono state spesso coinvolte in attacchi contro villaggi, insieme con bande di vigilanti buddisti.

Più di 580.000 mila Rohingya sono fuggiti in Bangladesh dal 25 agosto scorso.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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