Bruttissime notizie per gli esemplari di rinoceronte, che alla sesta giornata mondiale in loro onore, arrivano con un record terribile: il 2015 è stato l’anno peggiore per questo animale, con 1.338 esemplari caduti in Africa e Asia a causa dei bracconieri. Questo è quanto riportato dall’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn).

Ora, l’obiettivo a livello internazionale è salvare le cinque specie ancora viventi di rinoceronte, di cui due sopravvivono in Africa e tre in Asia, per un totale inferiore ai 28mila esemplari. Oltre a contrastare il bracconaggio, si punta anche all’allevamento di alcune centinaia di esemplari in Europa. In 78 parchi zoologici del Vecchio Continente si contano 292 esemplari, di cui due, Toby e Benno, vivono nel parco Natura Viva di Bussolengo (Verona).

Uno dei problemi maggiori è costituito dalla domanda di corni di rinoceronte che arriva costantemente dalla Cina e dal Vietnam e non solo per l’utilizzo che viene fatto del corno nella medicina tradizionale. “Possedere parti di corno impiegato in varie forme sembra ormai diventato uno status symbol delle classi sociali emergenti”, ha affermato Cesare Avesani Zaborra, direttore scientifico del parco Natura Viva. “Sul mercato nero assume un valore molto alto e, in queste condizioni, i bracconieri si spingono ad azioni pianificate, dotate di strumenti ad alta tecnologia che stanno determinando una vera e propria guerriglia”.

Come se non bastasse, secondo i dati diffusi dalla Federazione Internazionale Ranger, nell’ultimo anno sono morti almeno 96 uomini in servizio tra Asia e Africa mentre compivano azioni di contrasto al bracconaggio.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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