Rimini finalmente può invocare giustizia. Sono stati arrestati i 4 stupratori che qualche giorno fa hanno seminato il panico sul lungomare violentando due donne, una polacca in spiaggia col fidanzato inerme davanti alla brutalità degli assalitori, e poi una trans peruviana.

I 4, che si è poi scoperto essere tutti extra comunitari sono stati arrestati. Tre di loro sono addirittura minorenni e il quarto è un ventenne richiedente asilo.
Nemmeno le loro madri stando proprio alle dichiarazioni di queste ultime, sono riuscite a perdonare i loro figli, le persone più importanti nelle loro vite, dalle scempiaggini compiute.

La violenza e l’odio visti nei loro occhi hanno lasciato stupita anche Francesca Capaldo, capo della sezione della Sco, che ha lavorato su questo caso, dichiarando di non aver mai notato un sentimento così, tanto radicato negli occhi di qualcuno. La brutalità con cui hanno commesso questi atti è quasi mostruosa.

La Polonia, intanto chiede all’Italia l’estradizione dei 4 violentatori, chiedendo vendetta per i brutali atti.
L’Italia sta decidendo, un reato simile viene punito solitamente con 20 anni di carcere.

Nel mentre, la cooperativa Lai-Momo di Bologna, ha licenziato Abid Jeeche, un suo mediatore culturale che all’indomani delle violenze su una delle città più controverse della romagna sono accadute.
Le sue frasi che esprimevano concetti come quello che lo stupro è brutto solo al momento del suo inizio, sono tate ritenute lesive ed oltraggiose e la cooperativa non ci ha pensato due volte prima di chiudere il rapporto lavorativo.

La questione di Rimini comunque continuerà a far discutere per la sua gravità, ma anche per la frequenza con cui si verificano fatti del genere. Basterà aspettare per capire se l’Italia accontenterà la richiesta polacca, oppure proseguirà in altro modo.

A cura di Giacomo Biondi

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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