La zona compresa fra Lazio, Umbria e Marche dove si è verificato il terremoto di magnitudo 6.0 di questa notte, è una zona “maledetta”. Esattamente in quel punto, in mezzo agli Appennini, la sismicita’ è “altissima” e storicamente si sono verificate forti scosse anche in passato.

Il terremoto più recente, di magnitudo 5.9, colpì Norcia nel 1979, ha detto il sismologo Alessandro Amato, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), e altri forti terremoti sono avvenuti fra il 1600 e il 1700. Il più violento, di magnitudo stimata 7, colpì Norcia e Cascia nel gennaio 1703.

Le principali scosse di terremoto, di magnitudo pari o superiore a 3, avvenute fra Lazio, Umbria e Marche a partire dalle 3:36, sono state 39! Le scosse successive alla principale sono state registrate finora nella zona di Norcia (Perugia): la prima con una magnitudo di 5.4 avvenuta alle 4:33, preceduta appena un minuto prima, alle 4:32, da una scossa di magnitudo 5.1.

Tutto questo accade per un motivo ben preciso: si tratta dello “stiramento” dell’Appennino, ovvero del processo di estensione da Est a Ovest. Lo indicano le prime analisi condotte dai sismologi dell’Ingv. “Il tipo di movimento osservato dai dati sismici indica una faglia estensionale, simile a quella all’origine dei terremoti più recenti e vicini, ossia quello de L’Aquila del 2006 e quello di Colfiorito del 1997”, ha detto all’ANSA il sismologo Amato. “Anche quei terremoti – ha aggiunto – erano stati superficiali, avvenuti come questo alla profondità compresa fra 8 e 10 chilometri, cosa che spiega i forti scuotimenti”.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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