Neto, Asamoah, Benatia, Liechsteiner, Leminà, Marchisio, Cuadrado.

Casilla, Nacho, Danilo, Kovacic, Asensio, Bale, Morata.

Impeto di pazzia? Affatto. Queste sono semplicemente le due panchine di Juventus, prima riga e Real Madrid seconda, nella notte dei record dei blancos e in quella del declino bianconera.
E se la differenza stesse proprio qui, proprio nelle riserve bianconere?
Nomi non scarsi, per carità, ma certamente che non servono per avere quel quid in più che permetta la vittoria di una Champions League e la permanenza di un allenatore, Allegri, ricercato da mezza Europa e che avrebbe più di un motivo per lasciare la Juve, anche se sembra che rinnoverà per altri 4 anni.

Il calo fisico c’è stato, vero, così come è innegabile la serata sottotono dell’intero reparto avanzato (Mandzukic escluso), ma se poi, a giocatori spompati,non ci sono riserve all’altezza, le partite, specie in Europa, sono difficili da vincere quando gli avversari sono di questo livello.
Infatti se in Italia con gente come Sturaro, Leminà o Rincon, o Marchisio due dei quali per fortuna assenti a Cardiff, si riesce a vincere, così non è in Europa dove almeno tre di questi giocatori farebbero della panchina anche nella primavera dei top club continentali.

Quindi ecco il segreto.

Occorre semplicemente utilizzare un’altra estate, l’ennesima, di investimenti pesanti ma mirati, per fare compiere alla squadra quell’ultimo decisivo passo che separa la gloria, dalle finali conquistate e poi perse malamente.

Ah sia chiaro, nessuno sta dicendo che la Juventus abbia una squadra scarsa, ma numeri alla mano, la rosa non è sufficiente per alzare in alto la grande e prestigiosa coppa.
Basterebbero almeno un paio di innesti a centrocampo e uno in attacco.
Colpi in arrivo per ora pochi. Già dato per certo Shick il baby talento della Sampdoria e occhi puntati su Bernardeschi, innesti ottimi, migliori sicuramente di certi giocatori presenti in rosa bianconera, ma che non sembrano aggiungere niente a quanto già ha la Juve che necessita nella sua rosa di giocatori pronti ad affrontare la competizione.
C’è un’estate di tempo per pensare al mercato.

A cura di Giacomo Biondi.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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