1Tra gli amici del campetto dietro casa c’era chi tifava Juve, Milan, Inter… e pure Parma. Ancora del Cesena nessuno parlava. Nell’album Panini il Cavalluccio era stretto in una manciata di figurine ma il grande club gialloblù sfidava le corazzate d’Europa e addirittura vinceva trofei. Se voglio essere preciso a tifare la società ducale erano in due.. della stessa famiglia. Su tre fratelli, due gialloblù e uno amante della Vecchia Signora. Ogni volta che si scendeva sul campo, che poi era un giardino pubblico i cui alberi facevano da pali delle porte virtuali, sembrava di calcare il Meazza. Pallone in mano e lunghe partite che non si fermavano al novantesimo. Alle buche nessuno faceva caso, gli arbusti di contorno erano invisibili ai nostri occhi.
Alla domenica tutti eravamo incollati allora emittente Tele+: c’era quel Parma che lottava addirittura per lo Scudetto. La scalata al successo fu breve: nel 1989-1990 arrivò il salto in Serie A ed appena due stagioni dopo ecco il primo trofeo nazionale alzato. La Coppa Italia sbarcò a Collecchio, non la si era mai vista dal vivo. Si viaggiava alla media di un trofeo ad annata: nel 1992-1993 invece si alza l’asticella con la conquista della Coppa delle Coppe, 365 giorni dopo pure la Supercoppa UEFA e successivamente la Coppa UEFA nel 1994-1995. Va aggiunto che sono state perse anche delle finali (ben 5, ndr) ma l’apice dei risultati doveva ancora arrivare. Nel 1996-1997 fu memorabile il secondo posto in Serie A, mentre nel 1998-1999 si fece il bis con Coppa Italia e UEFA. Il crinale era stato raggiunto e nel 1999-2000 si mise in bacheca anche la prima Supercoppa Italiana che tante volte era scivolata di mano. Tra le fila gialloblù si leggevano nomi di primissimo piano: Ballotta, Benarrivo, Minotti, il rosso Apolloni, Zoratto, Osio, pure Agostini, il lesto Asprilla, il funambolico Zola, Crippa, Bucci, Couto, Dino Baggio, la roccia Sensini, Mussi, Fiore. A seguire ecco spuntare pure un giovane Buffon che parò addirittura un rigore a Ronaldo, Sartor, Fuser, il tacco magico di Hernan Crespo, la tecnica sopraffina di Veron, Stanic, Lassissi, il futuro campione del Mondo Fabio Cannavaro, Balbo, bomber Chiesa, due bandiere come Thuram e Nesta. Gli ultimi botti di fine millennio furono Ortega e Di Vaio. A chiudere la parabola dell’era Tanzi ci pensò la terza Coppa Italia nel 2001-2002, poi iniziò il calvario. Proprio il patron di Parmalat aveva messo in piedi un sistema fraudolento di impropriazione indebita di denaro che portò al triste crac della società primo sponsor dei ducali. Nel 2003 venne pure arrestato (condannato in via definitiva nel 2011 a 8 anni, ndr) e il Parma si ritrovò con una montagna di debiti da sanare. Alla presidenza si susseguirono in breve tempo Bondi, Angiolini ed infine Ghirardi. Proprio quest’ultimo, individuato dai Boys come il principale responsabile del nuovo crac societario insieme al Dg Leonardi, appena qualche mese fa ha abbandonato la nave che stava affondando. In pochi giorni si sono susseguiti fantomatici milionari del calibro di Doca, Giordano, il petroliere albanese Kodra ed infine Manenti. La patata bollente è passata a lui, prende tempo davanti a Tommasi e giocatori che pretendono stipendi da luglio. E intanto montano le proteste e l’indignazione, addirittura con cartelli appesi negli ingressi del Tardini che recitano “chiuso per rapina”. Parma – Udinese passerà alla storia tristemente per essere stata la prima gara in Serie A rinviata per mancanza di soldi, anche se Tavecchio ha affermato che la causa è da individuare nella voglia di non umiliare ulteriormente i calciatori facendoli giocare al Tardini a porte chiuse.
Il campetto dietro casa non è più come una volta. Il Comune ha commissionato lavori piantando nuovi alberi, rimuovendone altri, una nuova fontanella e giochi per bimbi. In mezzo a quello che era il centrocampo ecco un lungo vialetto. Noi siamo cresciuti, i tempi sono cambiati. Così come per il glorioso Parma che sfidava e vinceva contro tutto e tutti.

A cura di Marco Rossi

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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