Il gioco del calcio è lo sport più bello del mondo. Guardarlo in tv o dalle tribune dello stadio è bello, per carità, ma giocarlo lo è ancora di più. C’è un giocatore che lo ama talmente tanto da non riuscire a lasciarlo. Questo calciatore continua a correre su e giù per il rettangolo verde. Volete sapere quanti anni ha? 53 anni, si avete capito bene. Questa specie di Highlander del calcio, viene da Rimini (esattamente da Perticara), si chiama Mirco Casadei Parlanti detto ‘Rella’, è un centrocampista, ed è nato il 25 dicembre 1962. A 52 anni suonati, questo Benjamin Button del calcio, ha ancora la voglia di tirare calci ad un pallone. Pochi giorni fa, Casadei Parlanti ha tagliato un traguardo importante: i 600 gol in carriera, mica bruscolini. Il bomber di Perticara ha giocato nei campionati di Eccellenza, Promozione, Prima e Seconda categoria, con una stagione tra i professionisti con la maglia del Rimini in C2, nel lontano 1991, con cui ha segnato ben due reti. Attualmente, il vetusto attaccante riminese gioca e allo stesso tempo guida i ragazzi dell’Alfero Calcio, che milita nel campionato di Terza Forlì- Cesena. Quindi, bando alle ciance e facciamoci raccontare, finalmente, dalla sua viva voce, cosa spinge un atleta a continuare a mettersi in gioco, a 50 anni.

Casadei Parlanti, prima di iniziare con le domande di rito, vorrei sapere che effetto fa aver raggiunto quota 600 gol in carriera?

“E’ una sensazione straordinaria. Non avrei mai pensato di poter raggiungere questo obiettivo, ma ne sono molto felice, perchè vuol dire che il duro lavoro e i sacrifici fatti in questi anni, hanno dato i loro frutti”.

Ritorniamo alla sua straordinaria carriera, quando ha iniziato a praticare questo sport?

“Sono 33 anni che gioco a calcio, praticamente un’ intera vita dedicata a questo sport”.

In tutti questi anni, avrà sicuramente militato in molte squadre, a quali è rimasto più affezionato?

“Non ho girato molto, a dire la verità. Perticara dove sono anche nato e cresciuto, e la Sampierana sono le squadre che porto dentro il mio cuore. Io, comunque, ho sempre avuto un ottimo rapporto con i dirigenti, compagni e tifosi di tutte le società in cui ho giocato e per questo conservo di tutti un bellissimo ricordo”.

Oltre a lei, abbiamo avuto altri esempi di calciatori come Ballotta, Hubner, Wierchowood e Ganz che hanno continuato a giocare anche dopo gli ‘enta’. Secondo lei, cosa spinge un calciatore a continuare ad allenarsi e a condurre un certo tipo di vita, per scendere in campo alla domenica pomeriggio?

“Per me, come per molti miei colleghi, è la passione viscerale per questo sport ad avermi dato sempre la forza e la spinta giusta per continuare. Io amo profondamente il calcio e poter dare, ancora, il mio contributo è la cosa più bella del mondo. Mi sono sempre allenato con costanza e dedizione, cercando sempre di essere all’ altezza della situazione. Daquesto punto di vista mi considero un dilettante-professionista. Negli ultimi tempi, però, ho avuto qualche problema fisico, ma spero, comunque, di correre, ancora per un altro po’, e poter lottare e soffrire sul campo di gico, insieme ai miei giovani compagni di squadra”.

E’ difficile ricoprire il doppio ruolo di allenatore-giocatore?

“Sicuramente è molto più facile giocare a calcio che dirigere. Allenare è un compito stimolante ma anche molto impegnativo. L’Alfero è una società in cui si può lavorare in maniera serena. I ragazzi sono fantastici e ogni domenica fanno del loro meglio per onorare la maglia che indossano. A me questa esperienza mi sta dando davvero tanto e spero di poter trasmettere anche ai miei giocatori, la stessa voglia di giocare e divertirmi che mi ha accompagnato in questi anni”.

Un’ultima cosa, il soprannome ‘Rella’ che le hanno affibbiato, da dove nasce?

“Siccome sono sempre stato un tipo esile di corporatura, con un carattere piuttosto timido e riservato, quasi pauroso, il soprannome Rella è derivato da ‘Cagarella’ (ride n.d.r). Così, da un po’ di tempo, tutti mi conoscono come Rella”.

Mirco Casadei Parlanti è uno di quegli esempi che nel calcio di oggi, purtroppo, mancano e la lora mancanza si avverte, eccome se si avverte. Per le nuove leve, vedere un veterano che ancora ha la forza e la grinta di lottare per raggiugere i suoi obiettivi, non solo personali ma anche di gruppo, è qualcosa di unico e speciale. Il calcio e lo sport in generale ha sfornato molti campioni ma pochi uomini degni di nota. Rella, in questo caso è molto di più di un semplice campione o fuoriclasse, è un uomo vero, con la ‘U’ maiuscola.

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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