Anche il massimo campionato chiude i battenti del 2017 e lo fa con le solite cose, comprese le discussioni sul VAR che hanno davvero stancato, perché quando la si smetterà sarà sempre troppo tardi.

Il Napoli è campione d’inverno, titolo che non serve a nulla perché lo scudetto lo si vince a maggio e non sono così convinto che gli azzurri se lo cuciranno sulla maglia, nonostante certi “regali” tipo il non rigore al Crotone (e con un Sarri penoso nel contestare una verità incontestabile in assoluto), che fosse capitato al contrario ci sarebbero fiumi di parole dette e scritte, scandali e riunioni parlamentari a fargli da contorno.

Peccato tutto questo, perché fare le cose con la stessa giustizia per tutti, ogni tanto non guasterebbe, alla faccia delle romane che vedono fantasmi dappertutto e se non vincono la colpa è del VAR molto più che dei loro attaccanti che si divorano gol ad un centimetro dalla porta; ma si sa, la colpa a qualcuno bisogna darla ed è sempre degli altri!

Napoli dunque davanti e la Juve con il fiato sul collo, mentre le altre iniziano a perdere terreno e, come accaduto negli ultimi lustri, VAR o non VAR, finiranno a 20 punti come minimo; vero che a Roma, Lazio, Sampdoria ed Udinese manca una partita, ma è così scontato che giallorossi e biancazzurri vincano? A già, con loro tutto è scontato anche se manca sempre la controprova.

Per fortuna, in una giornata discretamente deludente e senza grande spettacolo, ci pensano il Cagliari ed il Benevento a mettere un po’ di pepe inaspettato, perché i sardi espugnano Bergamo dopo parecchi lustri ed approfittano dei tanti errori commessi dai nerazzurri e sottolineati dal tecnico orobico Gasperini, che non ha cercato scuse più o meno deliranti.
Si festeggia finalmente a Benevento, a chiusura di un 2017 che ha portato i giallorossi per la prima volta in A ma poi non è che li abbia premiati viste le diciassette sconfitte (14 consecutive, record) in diciannove incontri; il Chievo ha giocato in maniera pessima, ma il Benevento la vittoria l’ha meritata, anche solo per l’impegno sempre profuso, al di là delle capacità tecniche che indubbiamente non sono da massima categoria.

Infila la quinta vittoria consecutiva l’Udinese, che a Bologna prima si inguaia con l’autorete che porta in vantaggio i rossoblu, ma poi rimonta alla grande e chiude il girone di ritorno in una posizione che solo un mese fa era inimmaginabile.

Vince solo nel recupero la Sampdoria, che ringrazia il suo bomber Quagliarella ed una decisione arbitrale che non trova tutti d’accordo ma è parsa giusta; la Spal ci aveva ormai fatto la bocca a tornare a casa con un punto, ma a volte basta una leggerezza per rovinare tutto.
Esce imbattuto da Firenze un Milan che recupera velocemente lo svantaggio ma a cui non basta il derby di coppa per cancellare le tante perplessità di una stagione iniziata con la grancassa e che ora va avanti come quelle orchestrine da balera anni sessanta che stonavano ogni due note; Gattuso ha grinta, ma a questo Milan basta?

Chiusura con lo 0-0 tra Torino e Genoa, con i granata fischiati alla fine ed i grifoni che ringraziano San Perin; questa non è neppure stata la peggiore esibizione della Sinisa band davanti al proprio pubblico, ma ormai si stanno stufando anche quelli che il mister serbo lo avevano inizialmente canonizzato; il Toro non ha gioco, schemi ed organizzazione e in campo cammina (come confermano anche certe statistiche), e non basta più dar palla ad uno di quelli davanti ed aspettarsi che risolva da solo la partita.

Oltre al resto la tiritera del presidente che non spende sa di muffa (e molti di quelle davanti hanno incassato più del Toro …. E speso meno), così come ormai tutti hanno capito che certe scelte sbagliate arrivino proprio dal remuneratissimo mister e dal suo esagerato staff; probabilmente Mihajlovic ha mangiato il panettone ed arriverà a fine stagione solo grazie al fatto che costa carissimo, ma oggi come oggi è difficile immaginare resti sotto la Mole solo per i suoi inutili proclami.

Buon 2018, con l’augurio di vedere finalmente più calcio giocato rispetto a quello parlato, anche se a volte anche la speranza è solo illusione.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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