Si rigioca in Serie A dopo la sosta invernale e si recuperano finalmente anche le partite non disputate in precedenza dalle romane, allineando così la classifica provvisoria.
In testa, Napoli e Juve, non incantano ma portano a casa i tre punti; gli azzurri vincendo a Bergamo, con merito ma anche con le solite polemiche VARiabili, dato che questa volta la tecnologia non chiarisce se il gol di Mertens (assegnato) e quello di Hamsik (annullato) siano o meno regolari.
Ci si affida così all’occhio umano ed il segnalinee una volta tiene bassa e l’altra alza la propria bandierina e, come a nuove disposizioni ed in barba alla tecnologia, finisce che c’è la new entry di Gasperini tra chi si altera per le decisioni, mentre Sarri, non sapendo con chi prendersela, tira fuori la grana della Juve che gioca quasi sempre dopo il suo Napoli, dimenticando di essere stato buttato fuori da Champions e Coppa Italia, mentre in UEFA si gioca di giovedi ….
Alla Juve basta il minimo sindacale per fare fuori il Genoa, ma che colpa hanno i bianconeri se troppe delle contendenti sono di almeno tre categorie inferiori? Che ci pensino in Federazione e/o in Lega a prendere le opportune decisioni, ma lì l’unico gioco è quello del contendersi le poltrone dove posare le delicate terga, altro che pensare al calcio giocato!
Dietro, l’unica a tenere botta alle fuggitive è la Lazio, che fa fuori Chievo ed Udinese di scorpacciata, con Inzaghino che questa volta beneficia del VAR e fa finta di non essersene accorto; ma dov’è eventualmente la novità? Quando la fortuna ti bacia siamo tutti bravissimi ed in questo momento alla Lazio stanno cumulando benefit in quantità industriale.
Sicuramente i biancazzurri giocano bene, ma altrettanto sicuramente la dea bendata non guarda certo da un’altra parte, perché altrimenti non si spiegherebbero le due clamorose ed influentissime autoreti clivensi; anche questo però fa parte del gioco e quindi tutto nel calderone ed avanti di corsa, con l’obiettivo terzo posto in questo momento meritato.
Se la Lazio ride, altrettanto non si può dire di Inter e Roma che si spartiscono la posta nello scontro diretto e che nelle ultime settimane si sono giocate malamente il “sogno Scudetto”; i giallorossi poi faticano parecchio nel recupero in casa della Sampdoria, agguantando un nuovo pareggio proprio nei minuti finali, dimostrando di non essere attrezzati per andare più in là dell’attuale classifica.
La prima parte di stagione aveva fatto sognare sia l’Inter che la Roma, ma le magagne prima o poi saltano fuori e si ha un bel dire di sfortuna e mercato, ma la verità è che ci si può giocare la Champions, ma unicamente per le posizioni di rincalzo, se va bene, lavorando invece di parlare e filosofeggiare.
Al sesto posto la Samp prima stronca la Fiorentina e poi fa sfuggire proprio sul finire la replica contro la Roma; evidentemente ai blucerchiati la sosta ha fatto bene e benissimo ha fatto al “vecchietto” Quagliarella che mai ha segnato come quest’anno!
Le prestazioni (e le reti) di Fabio dovrebbero far riflettere (e zittire finalmente) qualche tifoso che, espertissimo di calcio, lo ha di fatto “cacciato” dalla precedente piazza in luogo di un collega molto meno bomber e, soprattutto, molto meno “professionista”, ma si sa, di calcio tutti possono discutere …. E basta.
Nel gruppone che insegue i blucerchiati è questa volta il Milan a sorridere; la vittoria di Cagliari rilancia i rossoneri ma probabilmente è un po’ troppo presto per parlare di rinascita e serve qualche avversario di caratura più elevata per parlare davvero di Diavolo rinato; per intanto Gattuso si gode il momento e pazienza se l’ex “padrone” preferisce un film al vecchio amore …
A smoccolare questa settimana è, come già detto, l’Atalanta, cui si unisce la Fiorentina che va sotto di brutto a Genova e non gioisce neppure l’Udinese, di pareggio casalingo contro la Spal (e che rischi per le zebrette friulane) e di sconfitta rotonda nel recupero contro la Lazio, a fermare la rincorsa iniziata con l’arrivo in panchina di mister Oddo.
Anche un altro neo mister si ferma ed è il granata Mazzarri, che dopo la scorpacciata contro il Bologna, rischia la sconfitta contro il Sassuolo, ridando voce polemica ai fans di Mihajlovic; il problema è che tutto sarebbe servito ai granata meno che la sosta ed occorrerà tempo per trovare una condizione decente (il Toro è la formazione di A che corre di meno, e si vede) ed un gioco altrettanto decente.
Giudicare in questo momento il lavoro di Mazzarri (dieci giorni effettivi contro un anno e mezzo di Sinisa) è come confrontare, in bellezza, Tina Pica con la Bellucci e decidete voi il responso!
Ultima del gruppone centrale è il Bologna che stende il povero Benevento in una partita che dura, di fatto, mezz’ora; poi i felsinei vanno in vantaggio ed i giochi finiscono, con buona pace di chi ancora non ha conquistato un punto in trasferta ma, dice, di credere ancora ad una salvezza cui non basterebbe più neppure un miracolo.
Il resto è lotta per non retrocedere, con qualche distinguo certamente, ma occorre che Chievo, Genoa, Cagliari si diano una svegliata ed il Sassuolo vinca qualche partita, perché sarà pure vero che Verona e, soprattutto Benevento, paiono già spacciate, ma Crotone e Spal sono tutto salvo che arrendevoli e venderanno cara la pelle sino alla fine.
Difficile non ritenere che sia uno solo il posto retrocessione ancora da assegnare, ma sei punti di distacco dal terz’ultimo posto non fanno certo dormire tra due guanciali e non basta pensare di essere più forti per ritenersi già salvi, specie se poi si contano le sconfitte e nulla più.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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